PADOVA HA BISOGNO DI SCELTE PRECISE IN MATERIA DI MOBILITA': L'ASCOM CHIEDE LA STESURA DI UN PIANO DEL TRAFFICO CHE FAVORISCA LA VOCAZIONE TURISTICA E COMMERCIALE DELLA CITTA
Domanda: può una città che ambisce a diventare un forte polo turistico non prevedere la possibilità per le auto private di parcheggiare in prossimità del centro?
“No, non può – afferma categorico il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – ma sarebbe un errore credere che sia solo una questione di parcheggi”.
In effetti la questione è un'altra: esiste un'idea per un piano del traffico che possa chiamarsi tale e che vada incontro alle esigenze di una mobilità che lo stesso documento di fine 2017 individuava in un 48% coperto dalle auto, un 22% dal trasporto pubblico locale, un 17% dalle bici, un 10% dalle moto ed un residuale 3% da chi comunque si muove a piedi?
"Magari nel corso di questi due anni qualcosa si è modificato - continua Bertin - ma non credo che l'auto abbia perso più di tanto in termini percentuali a dimostrazione che, forse, la guerra alle quattro ruote non è la battaglia giusta, anche perchè già adesso la responsabilità delle auto per quanto attiene all'inquinamento è molto limitata se messa a confronto, ad esempio, con gli impianti di riscaldamento. Questo significa che nei riguardi dell'auto, già oggi sempre più ibrida ma da domani sempre più elettrica, c'è un'avversione che non ha nulla a che vedere con la scientificità delle ricerche e, per contro, asseconda le linee politiche che vogliono l'auto in veste di male assoluto".
Dunque non è solo un problema di parcheggio all'ex Prandina.
"Certo - evidenzia il presidente dell'Ascom - siamo preoccupati per l'indecisione che grava sul park di via Orsini, sulla dismissione del Boschetti, sull'ipotesi PP1 ancora di là da venire, sull'eliminazione del parcheggio di piazza Insurrezione pur in assenza di una riqualificazione complessiva. Per contro abbiamo apprezzato l'attenzione del sindaco nei confronti del GRA e della statale del Santo che se non adeguatamente sostenute rischiano, a Pedemontana completata, di isolare il nostro territorio".
Sia come sia, di una cosa sono convinti all'Ascom: che non si può procedere come è avvenuto in corso Milano.
"Non ci convince - continua Bertin - la realizzazione di parcheggi di interscambio "radiali" cioè parcheggi dove, una volta abbandonata l'auto, sia possibile raggiungere il centro con linee di autobus o tram (o mezzi elettrici). Non che siano parcheggi inutili, anzi. Per chi in città ci viene per lavoro possono rappresentare più di una soluzione, ma il turista, quello no che non possiamo confinarlo ad Albignasego o a Cadoneghe perchè il turista chiede di poter arrivare in centro e un piano del traffico che miri a chiamarsi tale non può prescindere da questo".
Serve quindi più pragmatismo.
"Non mi stupisco - aggiunge il presidente della Confcommercio padovana- quando leggo del successo del bike sharing o del "Night Bus": siamo una città universitaria ed è giusto che agli universitari sia offerta una mobilità al tempo stesso economica e sicura, ma al turista o a chi viene in città per acquisti dobbiamo poter offre l'occasione per godere la città anche con un parcheggio comodo che ne incentivi la presenza. Diversamente dirotteremo il primo verso altri lidi ed il secondo verso i centri commerciali".
Detto questo, all'Ascom si aspettano una stagione di scelte.
"Vogliamo capire - conclude Bertin - se per la città che nei giorni scorsi abbiamo chiesto alle istituzioni di definire da qui a 10 anni, sia previsto un intervento complessivo sul traffico inteso come opportunità per il tessuto economico e sociale. Un piano che abbia come obiettivo quello di accogliere e non quello di respingere e che, finalmente, sia il risultato di un progetto complessivo dove confluiscono direttrici di accesso e GRA, parcheggi scambiatori e parcheggi di prossimità, trasporto pubblico e ztl, collegamento su rotaia con l'aeroporto di Tessera e treni ad alta velocità, piste ciclabili e parchi per una camminata in tranquillità".
PADOVA 14 OTTOBRE 2019