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#LEGALITACIPIACE. ILLEGALITA' E INFILTRAZIONI CRIMINALI IL PERICOLO


“LEGALITA’, CI PIACE”: L’INIZIATIVA DI CONFCOMMERCIO CONTRO ABUSIVISMO E CONTRAFFAZIONE METTE IN EVIDENZA IL PERICOLO DI INFILTRAZIONI CRIMINALI.
IL PRESIDENTE DELL’ASCOM DI PADOVA, PATRIZIO BERTIN, INCONTRA LA MINISTRA DELL’INTERNO, LAMORGESE.
“LA CRIMINALITA’SFRUTTA LE CONSEGUENZE DI CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO PER INCUNEARSI NEL NOSTRO TESSUTO IMPRENDITORIALE”.
I DATI NORDESTINI E LA SFRONTATEZZA DI CHI VENDE ILLEGALE
C’era anche il presidente dell’Ascom di Padova, Patrizio Bertin, alla Giornata organizzata a Roma da Confcommercio "Legalità, ci piace", l’iniziativa giunta alla settima edizione ed incentrata quest'anno sui fenomeni della contraffazione e dell'abusivismo, per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese.
Appuntamento annuale organizzato da Confcommercio per promuovere e rafforzare la cultura della legalità, “legalità che - come ha detto il presidente confederale, Carlo Sangalli - è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo”.
Nel corso dei lavori, ai quali è intervenuta anche il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato un’indagine di Confcommercio sui costi e gli effetti dell'illegalità per le imprese con dati, oltre che nazionali, anche per macroaree (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud) e per le città metropolitane.
Trenta miliardi: questa la stima di Confcommercio relativa al “peso” dei fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – fenomeni che alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. “Questi fenomeni – ha detto Bella - impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano  i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano  la criminalità organizzata”. 
Più specificamente, tali fenomeni determinano:un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità; un danno al mercato; un danno e/o un pericolo per il consumatore finale poiché, ad esempio, le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare; un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari); un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi; un danno alla legalità per le infiltrazioni nel mercato della criminalità organizzata.
E proprio su questo pericolo emergente si è soffermato il presidente Bertin nel breve incontro con la ministra Lamorgese.
“Un territorio come il nostro – ha detto il presidente dell’Ascom al termine dell’iniziativa confederale – purtroppo si sta rivelando “non impermeabile” alle infiltrazioni criminali, un fenomeno che, per certi versi, è la conseguenza di contraffazione e abusivismo che mettendo in crisi le imprese sane le “consegnano” ad una criminalità sofisticata ma anche senza scrupoli”.
Un territorio, quello nordestino, che l’indagine di Confcommercio presenta un tantino difforme dal quadro nazionale.
Se infatti in Italia il 69,4% del campione dichiara di aver acquistato illegalmente prodotti di abbigliamento, nel Nordest la percentuale scende al 56%. Per contro mentre in Italia il 31% conferma l’acquisto di alimentari e bevande in modo illegale, nel Nordest la percentuale sale al 40,7%.
Variazioni importanti anche per i prodotti farmaceutici (26,2% nel Nordest, 17,7 in Italia), i cosmetici (17,8% nel Nordest, 6,8% in Italia), i giocattoli (10% nel Nordest, 6,3% in Italia) e i biglietti piratati per gli eventi (4% nel Nordest e 1,1% in Italia).
“Sembra quasi – analizzano nella sede dell’Ascom Confcommercio di Padova – che “apparire” sia talmente importante da convincere i più a rivolgersi al mercato illegale nonostante i rischi”.
Che poi sia facile fare business con l’illegalità lo dimostra un post messo questa mattina su Facebook dal presidente di Federmoda Ascom Padova, Riccardo Capitanio il quale, accanto al dato che vede il 73% dei consumatori ritenere “normale” acquistare il falso, pubblica anche le inserzioni di una persona che, con tanto di nome e cognome, promuove la vendita online di prodotti falsi in un fantomatico “Mercatino del nuovo e dell’usato (Padova e provincia)”. 

Padova 26 novembre 2019