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BERTIN: "IN MALAFEDE CHI SOSTIENE CHE IL PROBLEMA SONO GLI SCONTRINI"


I GRANDI DEL WEB PAGANO SOLO LO 0,3% DI TASSE.
BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “MA AI “PIANI ALTI” CONTINUANO A SOSTENERE CHE IL PROBLEMA SONO GLI SCONTRINI, QUANDO INVECE DOVREBBERO PRENDERE ATTO CHE IL CARICO FISCALE E CONTRIBUTIVO A NOSTRO CARICO E’ DEL 59,1%”
“Se, ai “piani alti” qualcuno continua a sostenere che il problema del Paese è l’evasione dei “piccoli” e come tale continua a tartassare chi, nonostante tutto, continua a fare impresa, non sarebbe male che prima di parlare si documentasse un po’. Diversamente significa che è in malafede e che la sua perseveranza è diabolica”.
Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova coglie la palla al balzo del Black Friday (“Evento – ricorda – “importato” da Padova con i crismi corretti dell’eccezionalità dello sconto e, purtroppo, ridotto dai grandi brand e dall’e-commerce ad una sorta di saldo pre-natalizio”) per fare propri i dati resi noti in queste ore e che, accanto a quello che innalza ad un drammatico 59,1% il carico fiscale e contributivo sulle imprese italiane dal 53,1% a fronte di una media globale 2018 pari al 40,5% ed europea addirittura attestata al 38,9%, vede i giganti tecnologici mondiali, da Amazon a Google, passando per Apple e Microsoft, godere di una sorta di “no tax zone”.
“Scopriamo – continua il presidente dell’Ascom Confcommercio – che in Italia questi colossi fatturano solamente poco più di 2,4 miliardi di euro, o almeno è la cifra direttamente indicata. Si tratta dello 0,3% del fatturato complessivo del settore così detto WebSoft, composto dalle aziende di Internet e di Software. La somma versata al fisco italiano è stata di 64 milioni, in aumento rispetto ai 59 milioni dell'anno prima ma sempre infinitesimale rispetto a quel quasi 60% che paga il commerciante costretto, entro la fine di quest’anno, a dotarsi di un registratore di cassa nuovo o comunque adattato alla trasmissione telematica degli incassi e in grado di gestire anche la lotteria degli scontrini che comunque non partirà dal 1° gennaio dopo che per mesi, nonostante noi avessimo avvisato dell’impossibilità di procedere in tempi strettissimi, ci hanno costretti, con tutti i costi relativi, a pensare come fare per ridurre al minimo un impatto che sarebbe comunque stato non proprio indolore per attività con molti scontrini di piccolo valore”.
Per Bertin, dunque, un cambio di rotta si impone.
“Sicuramente è comodo e produttivo additare il commercio di vicinato, il piccolo esercizio e l’artigiano come i responsabili del dissesto delle casse dello Stato ma, a parte il fatto che i dati confermano che la grande evasione è da tutt’altra parte, l’accanirsi contro questa moltitudine di persone che comunque creano lavoro, contribuiscono a tenere vivi i nostri paesi e le nostre città e sono un collante sociale che non è certo nei pensieri di chi “guida” il mondo da Seattle o da Mountain View, non solo è da perfetti Tafazzi, ma è anche foriero di un futuro nel quale, a forza di tartassare il “piccolo” ed evitare di tassare il WebSoft, si finirà per fare terra bruciata. A Palazzo Chigi e a via XX Settembre ne prendano atto prima che sia troppo tardi”.

PADOVA 29 NOVEMBRE 2019