L’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA: “L’AUMENTO DELLE TASSE SI NASCONDE NELLE PIEGHE DELLA LEGGE DI BILANCIO”
“E’ la dimostrazione che l’aumento delle tasse, dal governo sempre negato, si nasconde nelle pieghe della legge di bilancio”.
A pochi giorni dall’entrata in vigore di quella che un tempo si definiva “finanziaria” cominciano ad emergere situazioni che all’Ascom Confcommercio di Padova non mancano di segnalare.
E il caso delle spese sanitarie effettuate dai contribuenti presso gli studi privati.
“Per poter detrarre dalla dichiarazione dei redditi (730 o Unico non fa differenza) le spese sanitarie sostenute presso le strutture non convenzionate – spiega Stefano Traverso, responsabile dell’ufficio tributario dell’associazione di piazza Bardella - i pagamenti dovranno essere effettuati obbligatoriamente con “mezzi tracciabili”, vale a dire assegni bancari, postali, circolari, bonifici oppure con carte di debito, di credito, prepagate e bancomat”.
Va detto che dal provvedimento sono esclusi i farmaci e i dispositivi medici (ad esempio: un paio di occhiali, un deambulatore, uno strumento per la misurazione della pressione sanguigna, ecc.) e che il pagamento in contanti non viene espressamente vietato ma il contribuente, anche se dovesse esibire la ricevuta di pagamento eseguito (ad esempio dal dentista o dal fisioterapista o dall’urologo, ecc.), non avrà diritto alle detrazioni della spesa effettuata in sede di dichiarazione dei redditi.
“Sembra una scelta fatta apposta per creare problemi soprattutto alla popolazione più anziana – continua Traverso – che in sede di dichiarazione avrà difficoltà a collegare ogni ricevuta con il pagamento tracciato e questo metterà in crisi chi quella dichiarazione è chiamato a redigere.
Risultato: stralcio delle ricevute “non accoppiate” e conseguente maggiori tasse da pagare”.
“Purtroppo – analizza il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – la ricerca spasmodica di soldi mette lo Stato nella condizione di cercare forme decisamente poco trasparenti per creare gettito, facendo leva su un concetto che non ci stancheremo mai di respingere decisamente, ovvero che “si è tutti evasori” o, nella migliore delle ipotesi, che si è comunque “tutti complici degli evasori”. In uno Stato di diritto tutto questo non dovrebbe essere previsto ma d’altra parte come possiamo pensare che il fisco possa essere “amico” quando lo Statuto del Contribuente è la norma più disattesa dell’intero panorama legislativo italiano?”
Padova 10 gennaio 2020