BERTIN (PRESIDENTE CONFCOMMERCIO VENETO E ASCOM PADOVA): “GRAZIE AL PRAGMATISMO DI GOVERNATORI COME ZAIA, BONACCINI E FEDRIGA TOLTA DI MEZZO LA DISTANZA “EXTRA LARGE” DI QUATTRO METRI. ADESSO TANTI IMPRENDITORI IN PIU' POTRANNO RIAPRIRE, MA SICCOME NON MI CONVINCONO LE ASSICURAZIONI DELL'INAIL, VA TOLTO OGNI DUBBIO ANCHE SULLA RESPONSABILITA' DELL'IMPRESA IN CASO DI CONTAGIO”
La notte ha portato qualche buona notizia.
“Almeno è stata superata l'assurdità dei quattro metri tra un tavolo e l'altro, ma io continuo a non fidarmi dell'Inail”.
Apprezza l'accordo tra il governo e le regioni il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin, ma le preoccupazioni non sono scomparse.
“Partiamo dal metro di distanza: è una regola di buon senso che mette, spero, la parola fine alle valutazioni lunari dei giorni scorsi. Il pragmatismo di governatori come Zaia, Bonaccini e Fedriga ha consentito di superare un atteggiamento ipergarantista che non aiutava di certo l'economia e che sembrava fatto apposta solo per escludere da qualsiasi responsabilità chi lo aveva pensato”.
Resta improntato alla severità il giudizio del presidente Bertin. Che resta ancora più severo quando, tolto di mezzo il distanziamento “extra large” e introdotto il limite minimo che consente a bar e ristoranti di pensare ad una ripartenza che fino a venerdì pomeriggio era quasi impensabile per circa la metà degli esercizi, si addentra nell'analisi delle altre questioni definite dal provvedimento governativo di giovedì.
“Quando l'INAIL afferma – sottolinea Bertin – che “se il lavoratore si ammala la colpa o il dolo dovranno essere dimostrati”, non è che mi tranquillizzi. Questo significa comunque che in qualche modo dovrò difendermi da un'eventuale accusa e questo comporterà costi legali che, legati ai tempi biblici della giustizia italiana, non potranno che essere consistenti. Senza contare la spada di Damocle che continuerà a pendere sulle nostre teste”.
Serve dunque qualcosa di più definito.
“Serve una norma – precisa il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova – che stabilisca, senza tema di interpretazione, che la rigorosa osservanza dei protocolli esclude il datore di lavoro da qualsiasi responsabilità in caso di contagio”.
Bertin conclude poi con una nota polemica.
“Leggo che FCA ITALY (perché quella che fu la Fiat oggi ha sede in Olanda e a Londra) ha chiesto 6,3 miliardi di euro a tasso fortemente agevolato perché garantito dalla Sace e controgarantito dallo Stato. Spero che le difficoltà di ottenere i famosi prestiti garantiti anche per poche migliaia di euro non siano solo in capo alle nostre micro e piccole imprese che non hanno nè sedi all’estero né possono, soprattutto quelle legate al turismo, delocalizzare”.
Padova, 17 maggio 2020