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TRIBUNALE DI VENEZIA: NIENTE CANONE D'AFFITTO A CHI HA CHIUSO PER LOCKDOWN

UNA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VENEZIA DETTA LA NUOVA LINEA IN MATERIA DI LOOCAZIONI COMMERCIALI.
L’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA: “IN TANTI, GRAZIE ALLA NOSTRA ASSISTENZA, SI SONO ACCORDATI COI PROPRIETARI PER RIMODULARE O AZZERARE PER I MESI DI CHIUSURA I CANONI. ADESSO SIAMO A DISPOSIZIONE ANCHE PER CHI NON AVEVA OTTENUTO RISPOSTA E OGGI PUO’ FAR LEVA SULLA SENTENZA”

La sentenza è destinata a creare un precedente. Sia perché interviene in una materia finora lasciata ai buoni o cattivi rapporti tra locatori e locatari, ma soprattutto perché detta una linea in materia di affitti commerciali in presenza del lockdown.
“Ma dice anche un’altra cosa – commenta Patrizio Bertin, presidente di Ascom Confcommercio Padova e Confcommercio Veneto – ovvero che non rispondere alle richieste se non di azzeramento del canone almeno ad una sua rimodulazione nei mesi di chiusura, non porta benefici, anzi”.
Già, perché la sentenza del Tribunale Civile di Venezia ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Daniela Ajese, per conto di un esercizio commerciale che opera nel settore dell’abbigliamento in un grande centro commerciale, ordinando di “non escutere e/o incassare alcun pagamento” dalla banca che ha emesso le fideiussioni per il versamento del canone d’affitto, e alla banca di “sospendere e/o non procedere al pagamento” dei 50mila euro richiesti.
“In questi mesi – spiegano all’ufficio legale dell’Ascom Confcommercio di Padova - sono centinaia gli esercenti che si sono rivolti a noi per cercare di trovare una qualche soluzione ad un problema, quello degli affitti “che correvano” nonostante il negozio fosse sigillato da un decreto del Presidente del Consiglio, che portava dritto alla chiusura”.
“In tutti i casi – continuano i tecnici dell’ufficio legale dell’Ascom Confcommercio di Padova – abbiamo consigliato di sensibilizzare le proprietà trovando, abbastanza spesso, soprattutto tra i privati, proprietari sensibili che hanno compreso le difficoltà di chi, fino a quel momento, gli aveva regolarmente pagato l’affitto. In altri casi, purtroppo, e quasi sempre quando l’immobile è in capo ad una società, alle nostre sollecitazioni, non ha fatto seguito alcuna comunicazione”.
E’ questo il caso trattato dal Tribunale veneziano che ora apre scenari nuovi anche se, al momento, non definitivi visto che l’udienza per convalidare o revocare il decreto d’urgenza è convocata per fine giugno.
“In ogni caso – concludono all’Ascom – è probabile che anche i più restii, visto il pronunciamento del tribunale favorevole al locatario, vengano a più miti consigli”.
Quasi superfluo sottolineare che l’Ascom, come ha fatto in tutti questi mesi, è a disposizione di chi in qualche modo è riuscito a raggiunge la “fase 2” ma chiede ugualmente di poter avere uno sgravio del canone ma anche di chi, proprio per il canone non sostenibile, ha rischiato e rischia ancora di non poter proprio riaprire.

PADOVA 25 MAGGIO 2020