Home

DA SABATO I SALDI. LE PREVISIONI PER IL PADOVANO

NEL PADOVANO LE PREVISIONI, IN TEMPI DI COVID, PARLANO DI 160 EURO FAMIGLIA (-40% RISPETTO ALLO SCORSO ANNO).
CAPITANIO (FEDERMODA ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “TORNARE AL VALORE REALE DEL CAPO E NON AL VALORE GIA’ CALCOLATO PER SCENDERE DEL 50%”

Non più di 160 euro a famiglia, qualcosa come il 40% in meno rispetto ai saldi estivi del 2019. Questo il valore che le famiglie padovane destineranno ai saldi in partenza, almeno qui da noi, sabato prossimo, 1° agosto.
Non dunque buonissime prospettive per un appuntamento che ha già dovuto registrare l’anticipo da parte prima di Sicilia e Calabria, poi della Campania e, da sabato scorso, con un cambio di data in corsa, anche di Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte.
“Il Veneto – commenta il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin – anche grazie alla fermezza dell’assessore regionale Roberto Marcato, ha mantenuto la data concordata in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (che poi ha lasciato libertà di scelta), ma non vi è dubbio che quest’anno dobbiamo confrontarci con i “saldi impazziti” al tempo del covid”.
Che i saldi, seppur stretti nella morsa delle restrizioni economiche e delle mascherine, rappresentino sempre un rito collettivo che, anche in tempi di Covid-19, risponde alle attese dei consumatori, è un dato di fatto, ma un dato di fatto è anche che le famiglie o dispongono di minori risorse o, comunque, non si fidano di spendere visto che le prospettive per l’autunno sono piuttosto fosche.
“Non vi è dubbio – conferma Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova – che si debbano ripristinare i saldi di fine stagione eliminando la bagarre dei saldi mascherati da promozioni. Dobbiamo portare il prezzo indicato sul cartellino al valore reale del capo e non al valore già calcolato per poi poter scendere al 50%. I saldi, in altre parole, devono essere un momento di vera occasione per l'avanzo della merce stagionale e dunque un vantaggio sia per i commercianti che per i consumatori”.
Purtroppo i produttori volendo calendarizzare i saldi sempre prima, scaricano gli oneri delle vendite anticipate sui commercianti che però i capi li hanno pagati a prezzo pieno.
“Si dovrebbe giungere – prospetta il presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova - ad una politica di saldo condiviso con i produttori perché vendere senza margine non è più sostenibile. Stiamo lavorando per fare una scelta consapevole anche per i saldi invernali, regolarizzando anche le promozioni a ridosso dei saldi. Detto più semplicemente: dobbiamo concentrarci più sulla redditività che sul fatturato perché i “non saldi” non possono essere un alibi. Il commercio è in una fase di “omnicanalità”, in una fase di cambiamento globale degli usi del cliente, dove il digitale è già, ma sarà sempre di più, l’elemento col quale dovremo confrontarci. Con un obiettivo: non portare il negozio all'e-commerce, ma il digitale deve poter portare i clienti nel negozio fisico”. 
Nel frattempo, si fanno i conti con la realtà del momento.
“Onestamente – conclude Capitanio – la ripartenza, nel nostro territorio per ciò che attiene al comparto moda, è stata caratterizzata da perdite sì nell’ordine del 20/30%, ma sicuramente inferiori a quelle registrate nelle grandi città dove lo smart working si è fatto sentire con maggiore evidenza. Non che da noi non abbia avuto il suo peso, anzi, ma sicuramente una parte rilevante dei mancati consumi è dovuta all’incertezza che fa sì che non si spenda e si risparmi in attesa di capire come si evolverà la situazione”.
La speranza, nemmeno tanto nascosta, è che i saldi possano dare una “sferzata” ai consumi. In attesa di tempi migliori.

PADOVA 27 LUGLIO 2020