IL PRESIDENTE PATRIZIO BERTIN: “A DIFFERENZA DELLA REGIONE CHE SA VALUTARE LE ESIGENZE DEL TERRITORIO, IL GOVERNO SCARICA SULLE IMPRESE LE SUE MANCANZE E NON ASCOLTA LE REGIONI”.
MERCOLEDÌ SIT - IN CON FIPE IN PIAZZA BRA A VERONA (ORE 11)
Governo bocciato. Sempre alla rincorsa con tre DPCM in pochi giorni, che generano enorme incertezza negli imprenditori e nei cittadini. Viceversa, la Regione si è dimostrata attenta alle esigenze del territorio, sia in termini di salute che di economia.
E’ questo il giudizio, netto e unanime, sulle iniziative del premier Conte e, per contro, sull’azione del presidente Zaia, espresso stamattina dal Consiglio straordinario, convocato d’urgenza e svolto da remoto, di Confcommercio Veneto.
Dalla riunione è scaturita la bocciatura, “senza se e senza ma”, delle restrizioni imposte alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, al mondo della cultura, dello spettacolo e delle professioni a opera del nuovo DPCM.
“Ci siamo confrontati – ha detto al termine della riunione il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin – e abbiamo convenuto che il governo non può scaricare sugli imprenditori le sue mancanze. In questi mesi di difficoltà le nostre imprese hanno rispettato le norme, hanno investito sulla sicurezza, hanno fatto sacrifici nella speranza, evidentemente malriposta, di tornare quanto prima alla normalità. Ora, con un’inversione a “U” senza precedenti, il governo torna ad additare le nostre attività come “untrici” facendoci chiudere bar, ristoranti e pasticcerie alle 18 (neanche nella piovosa Olanda si va a cena alle 17!) e “raccomandando” in maniera quasi offensiva ai negozi di mantenere distanze e numeri di accesso limitati, quasi che non fossero mesi che ci siamo uniformati a questi comportamenti. Chiudere alle 23 sarebbe stata una buona soluzione”.
Conte ha annunciato ristori e anche su questo la posizione di Confcommercio Veneto è chiara.
“Sul fronte dei ristori – ha continuato Bertin – ripeto quanto ho già detto ieri: li avremmo voluti deliberati prima di qualsiasi DPCM, ma adesso li vogliamo in tempi certi. Conte ha detto entro due settimane? Bene. Aspettiamo i fatti. Non dimentichiamo che c’è chi ancora attende gli indennizzi di aprile. L’esperienza quotidiana che abbiamo con la burocrazia ci fa dubitare che i tempi del governo siano quelli delle migliaia di famiglia che vivono del proprio lavoro, che non hanno uno stipendio che viene comunque accreditato e che, se non arrivano ristori degni di questo nome e non elemosine, hanno l’unica prospettiva di chiudere e, con la chiusure, mettere sulla strada migliaia di famiglie. Gli imprenditori del Veneto non chiedono sussidi, chiedono di lavorare”.
Un dissenso che Confcommercio Veneto, con Fipe (pubblici esercizi) sottolineerà mercoledì prossimo, 28 ottobre, nel sit-in organizzato alle 11 in piazza Bra a Verona, in contemporanea con altre 21 città capoluogo d’Italia.
“Lì – ha concluso il presidente Bertin – raccogliendo il disagio di tutte le province venete faremo sentire il nostro dissenso e rilanceremo pubblicamente le nostre richieste. Lo faremo in modo simbolico e assolutamente civile, esprimendo con determinazione le nostre posizioni. È suonato un campanello d’allarme di un disagio sociale che viene alimentato dal dividere sempre più il Paese tra garantiti e non garantiti. E noi siamo tra quest’ultimi! Sosteniamo con forza la richiesta del presidente della Regione Zaia affinché il DPCM sia rivisto, in particolar modo per quanto riguarda gli orari dei pubblici esercizi”.
Padova / Venezia 26 ottobre 2020