LA CADUTA DEL FATTURATO DEL 30% NON E’ UN PARAMETRO CORRETTO PER GLI AIUTI A FONDO PERDUTO.
BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “PER TANTE AZIENDE NIENTE SUSSIDIO E NEMMENO IL CREDITO D’IMPOSTA PER GLI AFFITTI”
Errare è umano ma perseverare è diabolico. Persino se cambia il governo!
A ribadire una questione di non poco conto è l’Ascom Confcommercio di Padova che continua a vedere allargarsi la platea dei destinatari a fondo perduto, ma partendo da un presupposto sbagliato: la convinzione che il 2019 sia stato una sorta di anno perfetto nel corso del quale non si è mai stati chiusi per un ammodernamento, per questioni burocratiche che hanno rallentato l’avvio dell’attività o per chissà quante altre cose possono succedere nella vita delle aziende.
“Il risultato – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – è che in molti non potranno registrare, nel 2020, quella caduta del fatturato di almeno il 30% che consente di accedere agli aiuti”.
Non solo. Siccome al peggio, di solito, non c’è mai fine e visto che le “vittime” di questo sistema si sono “abituate” a non avere gli aiuti a fondo perduto (è da maggio 2020 che sperano di rientrare dapprima nel decreto “Ristori” poi in quelli bis, ter, quater e quinquies dello scorso autunno, riservati ai codici Ateco più direttamente colpiti dalle chiusure anti-Covid), anche il governo Draghi non ha cambiato registro e ha replicato il sistema anche nel primo “sostegni”.
Finita qui? Manco per idea. La negatività della cosa è che, a cascata, altri aiuti finiscono nel raggio d’azione del presupposto sbagliato. E’ il caso del credito d’imposta sugli affitti appena rilanciato per cinque mesi proprio dal sostegni-bis.
“Purtroppo – aggiunge Bertin - chi è fuori dal fondo perduto è fuori anche dal tax credit, anche se il canone d’affitto non ha nessun legame con l’andamento del fatturato”.
Domanda finale del presidente: “Possibile che non ci sia il modo per non abbandonare queste imprese?”
Padova 1 giugno 2021