INCERTEZZA ECONOMICA, METEO, GIORNATA LAVORATIVA E QUARANTENE CONDIZIONANO L’AVVIO DEI SALDI INVERNALI A PADOVA.
CAPITANIO (FEDERMODA ASCOM CONFCOMMERCIO): “NEGOZI ANCORA PRIVILEGIATI MA C’E’ IL PROBLEMA DELLE SCORTE”
Partenza condizionata per i saldi invernali scattati questa mattina in quasi tutte le regioni italiane, Veneto compreso. E dunque anche a Padova e provincia è cominciata la stagione degli sconti.
“Frenata però da diversi fattori – commenta Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio Padova – sia di ordine economico che, potremmo dire, atmosferici, di calendario e di pandemia”.
Raffronti col passato poco significativi, pertanto, dal momento che l’avvio coincide quest’anno con un mercoledì lavorativo e non, come succedeva normalmente, con un sabato.
“A parte gli studenti che sono a casa e che hanno potuto sfruttare la giornata d’avvio – continua Capitanio – per il resto ci stiamo confrontando con una giornata uggiosa, con persone al lavoro, qualcuno ancora in vacanza e molti in quarantena o perché hanno contratto il Covid-19 o perché sono in isolamento fiduciario”.
Bisognerà dunque attendere il weekend per avere un quadro più oggettivo di una stagione dei saldi che comunque non sarà come quelle precedenti e che vedrà ancora una volta privilegiati i negozi di abbigliamento (oltre il 90% degli acquisti si orienterà in questo senso) e quelli di calzature (oltre l’80%).
Una ricerca di Confcommercio, infatti, sottolinea come l’incertezza dell’attuale fase economica si stia facendo sentire trovando conferma nei comportamenti dei consumatori: infatti, tra chi non acquisterà in saldo (quasi il 40%) oltre la metà lo farà per risparmiare, mentre tra coloro che faranno acquisti aumenta la quota di chi spenderà come l’anno scorso. Per Padova, Ascom Confcommercio valuta in 130 euro pro capite la spesa media.
“C’è poi il problema delle scorte – aggiunge il presidente di Federmoda Ascom Padova - che sono scarse per due ordini di motivi: memori delle difficoltà dell’anno scorso gli operatori hanno comprato meno e comunque anche la produzione ha rallentato. Il risultato, al di là di una positiva ottimizzazione delle rimamenze, è che faremo fatica a giungere agli sconti del -70%, tipico delle rimanenze finali”.
Le previsioni che si fanno in casa Confcommercio è che i negozi di fiducia continueranno ad essere “maggioritari”, nel senso che poco più del 50% privilegerà questo canale anche se l’on line incalza e si attesterà poco sotto il 40% favorito anche dal fatto che ormai 4 consumatori su 10 (soprattutto su Instagram) usano i social network per ricercare informazioni circa gli articoli da acquistare.
“Un fenomeno – rivela Capitanio – che non è sconosciuto anche tra i nostri negozi se è vero che per affrontare l’emergenza Covid-19, circa il 40% delle nostre imprese ha fatto ricorso all’e-commerce, di queste un quarto ha intensificato le vendite online e un 15% ha aperto un canale di e-commerce”.
PADOVA 5 GENNAIO 2022