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IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA FABIO BUI AL "PADOVA TUTTI CONVOCATI 3"

AL “PADOVA TUTTI CONVOCATI 3” DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO, L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, FABIO BUI.
“I SOLDI DEL PNRR? SE IL TERMINE DEL 2026 NON VERRA’ RITOCCATO LA BUROCRAZIA CE LI FARA’ PERDERE TUTTI”

Pessimista? No, realista il presidente della Provincia, Fabio Bui, intervenuto questa mattina nella sede dell’Ascom Confcommercio di Padova per il quarto incontro di “Padova tutti convocati 3” ovvero il “tagliando” post pandemia in chiave PNRR dell’iniziativa pensata dall’Ascom nel 2019 per cercare di prefigurare la Padova (e la sua provincia) degli anni a venire e, purtroppo, coincisa con lo scoppio della guerra in Ucraina.
“Se la data del 2026 – ha esordito il presidente della Provincia – non verrà ritoccata per usufruire dei fondi del PNRR, la burocrazia italiana ce li farà perdere tutti”.
Troppo farraginosa e borbonica, la burocrazia è la vera palla al piede di questo Paese che avrebbe bisogno di tanti commissari “stile ponte di Genova” per accedere ai bandi, mettere a terra i progetti e far sì “che si vedano le ruspe lavorare”.
A condurlo dritto al nocciolo della questione ci aveva pensato il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin, che nella sua breve ma ficcante introduzione gli aveva chiesto: “Ma i comuni sono in grado di “centrare” i bandi del PNRR?”
Laconica la risposta: “Su 102 comuni che compongono la provincia di Padova, forse si possono contare sulle dita di una mano quelli che hanno struttura e competenze per “decrittare” il PNRR. Gli altri vanno oggettivamente aiutati”.
E sì che il nostro territorio, di interventi infrastrutturali, ne avrebbe (anzi, ne ha) assoluto bisogno. A cominciare dalla viabilità.
“Abbiamo tre questioni sul tappeto – ha evidenziato Bui – che per il territorio padovano sono strategiche: a nord la 308 e la Valsugana in funzione dell’aggancio alla Pedemontana, pena il nostro isolamento in favore dell’asse Vicenza – Treviso e, al sud, la regionale 10”.
Purtroppo la logica del “particulare”, del ragionare in termini di confini comunali, non fa bene allo sviluppo.
“Se guardo il territorio dall’alto – ha proseguito Bui – non riesco a distinguere un comune dall’altro. Anzi, a dire il vero, faccio fatica anche a distinguere una provincia, complessivamente piccola, qual è Padova”.
Ragionare più in grande diventa dunque indispensabile, come indispensabile sarebbe stato evitare di cullarsi sulla “logica del no” che ci ha impedito di diversificare le fonti energetiche e ci vede ora costretti a chiudere le aziende finendo per danneggiare, si spera non irreparabilmente, le nostre eccellenze.
Questioni annose, che si trascinano, per l’appunto, da anni e che, ad esempio per quanto riguarda il “quadrante Est” del capoluogo, non promettono nulla di buono.
Colpa della politica? Certamente, ma anche il mondo dell’economia deve farsi sentire, e, per dirla con Bertin, “battere i pugni sui tavoli dove si decide”.
Una cosa è certa: le scelte di oggi non sono per domani, ma per i prossimi 10-20 anni e dunque vanno fatte subito in uno spirito di positività al quale si è appellato il vicepresidente dell’Ascom, Franco Pasqualetti, che ha introdotto la tematica delle scuole, una competenza specifica della Provincia che, ha sottolineato Bui, vedrà nel “nuovo” Selvatico e nel Configliachi all’Arcella due poli scolastici importanti anche per il tessuto cittadino.
E a proposito di formazione, l’ultima parte dell’incontro, su input della vicepresidente dell’Ascom Silvia Dell’Uomo, è stata dedicata alla necessità di raccordare scuola e mondo del lavoro con un occhio di riguardo agli ITS, scuole di specializzazione utilissime per formare professionisti in grado di rispondere ai bisogni delle imprese.

PADOVA 8 MARZO 2022