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INFLAZIONE, COSTI ENERGETICI, PANDEMIA, GUERRA: COME CAMBIANO LE ABITUDINI DEI CONSUMATORI


BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO): “SERVE CHE IL GOVERNO VARI UN’ ”OPERAZIONE FIDUCIA”. QUI C’E’ IL RISCHIO CONCRETO CHE LE IMPRESE NON REGGANO”

Quanto (e come) incide sulle abitudini dei consumatori (e delle imprese) il drastico calo delle disponibilità economiche delle famiglie a seguito dell’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione giunta oggi al 6,7%?
“Incide parecchio – conferma il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – tanto che sarebbe doveroso, da parte del governo, pensare ad una sorta di “operazione fiducia” che preveda un aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Scelte da fare subito perché le imprese non possono reggere ad una situazione di crisi continua: prima la pandemia e poi, non in sostituzione ma in sovrapposizione, anche la guerra in Ucraina”.
Lo studio di Confcommercio, realizzato con Radar Swg, evidenzia come i rincari abbiano già cambiato le abitudini dei consumatori. Infatti le hanno già modificate in percentuali che vanno dal 60 al 68% per sport, consumi culturali, servizi alla persona, vacanze, trasporti, acquisti importanti, ristoranti e pizzerie, alimentari e prodotti per la casa e divertimento. Un po’ meno per la sanità che si attesta al 55% anche se il 17% afferma di non averlo ancora fatto ma che cambierà di sicuro abitudini in un arco temporale molto contenuto.
A che cosa rinunciano i consumatori?
Soprattutto allo sport, ai consumi culturali e gli acquisti importanti. Ben il 42% ha abbandonato palestre e calcetto, mentre il 41% non va più al cinema o ad una mostra ed il 40% rinvia a tempi migliori l’acquisto, ad esempio, dell’automobile.
Riducono, con percentuali anche molto significative, la frequentazione al ristorante e alla pizzeria (54%), vanno meno dal parrucchiere (53%), limitano l’uso dell’auto (50%), contraggono le spese per la salute (49%) e anche il divertimento ne risente parecchio: il 43% ha ridotto le spese ma addirittura il 31% quelle spese le ha proprio depennate.
Capitolo vacanze e alimentari-prodotti per la casa. Qui non si può parlare di rinuncia o riduzione, semmai di sostituzione. Agli alimentari-prodotti per la casa rinuncia all’acquisto il 5%, poi il 48% li riduce ed il 47% cerca soluzioni più economiche. In tema di vacanze, infine, il 34% ci rinuncia, la stessa percentuale cerca di spendere meno ed il 32% riduce i giorni.
“D’altra parte – conclude Bertin – non potrebbe essere altrimenti se consideriamo che il 15,44% di piccole e medie imprese e di utenti domestici ha mandato insolute le bollette. Col rischio, che va scongiurato, di distacchi dalla rete di gas ed elettricità!”

Padova 1° aprile 2022