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NUOVO SEQUESTRO AL CENTRO INGROSSO CINA. BERTIN: CHIUDERE L'HUB DELLA CONTRAFFAZIONE


BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “C’E’ UN PERICOLOSO SALTO DI QUALITA’ PER CUI NON C’E’ ALTERNATIVA: L’”HUB DELLA CONTRAFFAZIONE” VA CHIUSO!”

“Bene il sequestro preventivo da parte dei finanzieri del comando provinciale di Venezia e di Padova disposto dal Gip di Padova e relativo ad un’ipotizzata frode all’Iva nel settore del commercio dell’abbigliamento, perpetrata da imprese gestite da persone di origine cinese, che opererebbero all'interno del Centro Ingrosso Cina di Padova. Però attenzione perché mi sembra di rilevare un salto di qualità”.
E’ questo il commento di Patrizio Bertin, decisamente preoccupato perché – commenta – “sembra che i soldi frodati al fisco finiscano direttamente in Cina”.
Da sempre in prima linea contro contraffazione e abusivismo, l’Ascom Confcommercio di Padova ha denunciato, a più riprese, come l’”hub della contraffazione” (così in piazza Bardella hanno definito i commerci che avvengono in corso Stati Uniti), sia non solo un grave danno per l’economia ma anche per la salute.
“Non ci stupisce – continua Bertin – che molte “imprese” là operanti possano essere delle “imprese cartiere”, in quanto caratterizzate da elevati indici di pericolosità fiscale, riconducibili formalmente a persone asiatiche localizzate prevalentemente nelle province di Prato e Milano e con connivenze societarie in Grecia, Slovenia e Ungheria. E questo perché più volte abbiamo documentato come acquisti effettuati all’interno del Centro Ingrosso Cina non prevedessero alcun documento”.
“Ripeto – conclude Bertin – ciò che preoccupa è l’ingente flusso di denaro verso l’estero che lascia intendere come le imprese oggetto d’indagine siano strutture funzionali alla creazione di liquidità, provento delle frodi fiscali, da inviare in Cina. Senza contare, peraltro, il danno nei confronti della filiera dell’abbigliamento”.
Da qui la richiesta, reiterata: “Il Centro Ingrosso Cina va chiuso!”

PADOVA 10 MAGGIO 2022