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CREDITO: SEMPRE MENO E SEMPRE PIU’ CARO

BERTIN (CONFCOMMERCIO ASCOM PADOVA): “NON UNA BUONA NOTIZIA. PER QUESTO SERVE CHE LE BANCHE PIU’ RADICATE SUL TERRITORIO CONTENGANO AL MASSIMO GLI SPREAD”.
L’AIUTO ALLE IMPRESE DEL TERZIARIO DI MERCATO DI FIDI IMPRESA & TURISMO VENETO, IL CONFIDI DI CONFCOMMERCIO

Meno e più caro. Per la prima volta da nove anni, nel 2023 in Europa è in arrivo una frenata del credito bancario al settore privato che è stimato in calo dell’1,8% in Italia. Con un incremento dei tassi d’interesse del 66%.

Alla contrazione del credito ai privati contribuiranno, seppure in proporzioni diverse, tutti i segmenti creditizi. I prestiti ipotecari dovrebbero diminuire dello 0,3%, segnando il primo calo dal 2014, in gran parte a causa della riduzione dei redditi reali delle famiglie e dell’inasprimento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea. Il credito al consumo dovrebbe diminuire dell’1,5% mentre il credito alle imprese è atteso in contrazione del 2,8%.

E’ quanto emerge dai dati dell’EY European Bank Lending Economic Forecast 2022 che ha analizzato la congiuntura creditizia italiana con l’obiettivo di approfondire l’evoluzione dei prestiti al settore privato e a prevederne gli andamenti.

“Quando le banche stringono i cordoni della borsa – commenta il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin – non è mai una buona notizia. Se poi consideriamo che la stretta colpisce in particolare le imprese di minori dimensioni, allora è facile comprendere come, nel terziario di mercato, le difficoltà siano ancora maggiori”.

Non consola sapere che anche in tutta l’Eurozona, nel 2023, si registrerà una frenata dei prestiti, dopo la crescita del 4,6% del 2022.

E non consola sapere che la “gelata” del credito, salvo un’escalation della guerra in Ucraina, potrebbe essere di breve durata visto che già nel 2024 nell’Eurozona i prestiti bancari potrebbero tornare a crescere del 2,4% e poi del 3,7% nel 2025 ipotizzando una riduzione dell'inflazione, la stabilizzazione dei prezzi dell'energia e il ritorno della fiducia.

“In ogni caso – continua Bertin – l’Italia sarà chiamata a gestire una significativa esposizione all’aumento dei tassi di interesse a causa del suo debito pubblico “extra large”, dovrà vedersela con l’aumento dell’inflazione e con la variabile impazzita dei prezzi dell’energia: tutte cose che non aiuteranno!”

Complessivamente, si prevede che i prestiti alle imprese diminuiscano dello 0,2% già in questo 2022 rispetto al 2021. Un calo maggiore (pari al 2,8%) è previsto nel 2023, ma si stima un ritorno alla crescita nel 2024 (+1,1%).

“La contrazione del credito – conclude Bertin – non è mai una buona cosa per le imprese sia che queste ultime abbiano in animo di investire, sia che abbiano necessità di liquidità. Da non sottovalutare poi la diminuzione del credito al consumo che si riverbera immediatamente sulle vendite. Per parte nostra non possiamo che chiedere al sistema bancario, soprattutto a quello con un forte radicamento sul territorio, di contenere al massimo gli spread e, più direttamente, confermare l’impegno del confidi di Confcommercio, Fidi Impresa & Turismo Veneto, per contenere il più possibile i costi bancari. Ed è per questo che invitiamo le imprese a valutare con i tecnici del nostro confidi ogni loro iniziativa in ambito creditizio”.

PADOVA 7 DICEMBRE 2022