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IL PRESIDENTE DI SERVIZI & SVILUPPO CONFCOMMERCIO ASCOM PADOVA, NICOLA BERTIN: “LE NOSTRE AZIENDE SEMPRE PIU’ STRUTTURATE”

MA ANCHE NEL VARIEGATO MONDO DELLE IMPRESE PADOVANE DEI SERVIZI AD ALTO VALORE AGGIUNTO, LA MANCANZA DI PERSONALE RESTA IL PROBLEMA PRINCIPALE

Nonostante si occupino di ICT e web agency, siano software house o consulting business, facciano ricerca e formazione del personale, intermediazione finanziaria e assicurativa, siano agenzie di comunicazione o si dedichino ai servizi postali o, infine, siano studi professionali, sono imprese che come tutte le altre faticano a trovare personale qualificato.

Lo conferma il report di Servizi & Sviluppo, il raggruppamento in Confcommercio Ascom Padova delle imprese che fino a qualche anno fa avremmo catalogate come quelle del “terziario avanzato” e che oggi sono il supporto indispensabile per un tessuto produttivo come quello padovano molto integrato tra i diversi comparti pur rimanendo sempre a forte trazione terziaria.

“Il 51,4% degli 84 imprenditori che hanno formato il panel sul quale abbiamo condotto il report - spiega il presidente di Servizi & Sviluppo Confcommercio Ascom Padova, Nicola Bertin, che precisa che alcune domande hanno avuto risposte multiple - ha dichiarato di avere difficoltà a reperire personale qualificato per la propria azienda. Questo significa che c’è ancora strada da fare per interfacciare formazione scolastica e universitaria coi bisogni delle imprese”.

Eppure, come si diceva all’inizio, il mondo dei servizi è straordinariamente variegato con una preminenza del consulting business (28,6%) e buone percentuali per ICT - web housing e studi professionali (entrambi a quota 20%).

“Il nostro - continua Bertin - è un mondo in rapida trasformazione, tanto è vero che le aziende nostre associate diventano sempre più strutturate. Per cui: se è vero che il 31,4% non va oltre i 5 addetti complessivi, è pur vero che il 40% è tra 6 e 15 addetti e addirittura il 28,6% è oltre questo numero”.

Settore in trasformazione, quello dei servizi è anche un settore resiliente. Prova ne sia che il fatturato, nel corso del 2022, anno di transizione tra la pandemia ed il post-pandemia, è rimasto stabile per un buon 40% ma è aumentato per il 54,3% degli intervistati. “Molto è dipeso - afferma il presidente di Servizi & Sviluppo di Confcommercio Ascom Padova - dalla riorganizzazione dei processi (35%), ma anche la variazione del target di riferimento (25%) ha inciso sensibilmente. Solo un residuo 15% ha operato sulla leva dell’incremento del prezzo dei servizi erogati peraltro non riscontrando particolari difficoltà, segno evidente che dove i servizi sono di qualità non c’è la ricerca del prezzo più basso da parte della clientela”.

Ovviamente c’è anche l’altra faccia della medaglia. Chi infatti ha avuto una diminuzione del fatturato ne attribuisce la colpa alla crisi economica generale e alla contrazione della domanda ma, in ogni caso, si tratta di valori che oscillano tra il 10 ed il 20%. Si diceva delle difficoltà di trovare collaboratori, per cui non deve sorprendere se il 37,1% ha già previsto un piano di incentivazione per i lavoratori dipendenti collegato ad un welfare aziendale ed un altrettanto significativo 34,3% sta valutando l’opportunità.

Capitolo concorrenza. “E’ sempre uno stimolo - analizza il vicepresidente di Servizi & Sviluppo, Mario Beltrame - e fa piacere constatare che un robusto 60% lo considera un miglioramento continuo dei servizi offerti alle imprese ed un altro consistente 28,6% giudica la concorrenza fattore di crescita della competitività”. Un paio di domande ha poi permesso di sondare da un lato le aspettative per il 2023 e, dall’altro, il grado di rappresentanza del settore in ambito Confcommercio Ascom Padova. Circa l’anno corrente, un complessivo 85,7% vede le prospettive per il 2023  tra lo stazionario ed il positivo grazie alla ripresa economica, mentre ben il 77,1% trova di essere ben rappresentato, come comparto dei servizi, dall’organizzazione di Confcommercio Ascom Padova. Infine una “non notizia”: tra i costi che maggiormente hanno inciso sull’attività delle imprese, il 17,1% ha indicato i costi energetici.

QUESTIONARIO 

PADOVA 5 APRILE 2023