La Corte Costituzionale gela le attese del comparto e obbliga al pagamento del 50% delle spese in eccesso effettuate dalle Regioni
L’Ascom Confcommercio di Padova: “Assurdo mandare in crisi le aziende per risanare la spesa pubblica”
Male, anzi malissimo. La sentenza della Corte Costituzionale che ha confermato la legittimità del payback dei dispositivi sanitari, nel confermare la retroattività del provvedimento approvato nel 2015 dal governo Renzi in accordo con la Conferenza Stato - Regioni e ribadito dal governo Draghi, mette in serissima difficoltà le imprese che operano nel biomedicale.
Sul payback relativo ai dispositivi medici e che obbliga le aziende del comparto Sanità a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni, è più volte intervenuta anche l’Ascom Confcommercio di Padova con l’obiettivo di tutelate le aziende e i lavoratori.
“Purtroppo la sentenza andrà applicata – sottolineano in Ascom Confcommercio - ma questo significa mettere a rischio la tenuta delle pmi del settore, compromettendo il Sistema sanitario nazionale”.
Va sottolineato, infatti, che i fornitori ospedalieri obbligati a pagare, sono per il 95% micro, piccole e medie imprese, con oltre 190mila lavoratori coinvolti a livello nazionale.
"Noi non contestiamo il contenimento della spesa pubblica – precisano in Ascom Padova - ma il provvedimento del payback è ingiusto e assolutamente vessatorio perché deresponsabilizza gli amministratori pubblici, penalizzando invece i produttori e i distributori di dispositivi medici”.
In Confcommercio Ascom Padova fin da subito hanno dimostrato di non comprendere la “ratio” del provvedimento e sono ancora convinti che qualcosa vada fatto per cancellare quella che considerano una vera e propria assurdità.
“A dire il vero - affermano - la sentenza della Corte ci ha lasciati basiti perché eravamo convintissimi dell’incostituzionalità del provvedimento che obbliga migliaia di fornitori del servizio sanitario a ripianare, di tasca propria, le inefficienze della pubblica amministrazione”.
Le prospettive?
“Nerissime: nella migliore delle ipotesi, per le aziende più strutturate, si tratterà di destinare quelli che erano i fondi per la ricerca al pagamento del balzello. Nella peggiore (per le aziende) si andrà in “rosso” con tutte le conseguenze del caso (leggasi fallimenti e licenziamenti). Ma c’è di più: è evidente che, di fronte a questo stato di cose, verrà meno una gran parte della fornitura agli ospedali di dispositivi medici anche salvavita come stent, valvole cardiache e quant’altro. Ci chiediamo: come riuscirà il personale sanitario a garantire le regolare cure ai cittadini negli ospedali?”
PADOVA 25 luglio 2024