Verso gli States esportazioni per più di un miliardo nel 2024
Patrizio Bertin (Presidente Confcommercio Ascom Padova): “Un problema anche per i consumi e dunque anche per il commercio, il turismo e i servizi”
Dal 20 gennaio 2025 è iniziata la (seconda) era Trump. E, a differenza della prima, sono stati subito dazi. A dire il vero più annunci che fatti concreti, più dietrofront che linee rette. Ma ancor più che i provvedimenti sono bastati gli annunci e, soprattutto, la minaccia di un'ulteriore escalation, ad alimentare l’incertezza globale mandando in fibrillazione economie, come quella italiana, che molto dipendono dalle esportazioni.
L'analisi del Sole 24 Ore: i dati del 2024
Tanto per dare un'idea: negli ultimi cinque anni le vendite all’estero hanno avuto effetti positivi sui conti di molti settori produttivi italiani con importanti ricadute sui territori.
Ma c'è di più: un'analisi condotta da Prometeia per Il Sole 24 Ore del Lunedì, a partire dai dati sulle esportazioni relativi al 2024 pubblicati dall’Istat, ha evidenziato che sono ben 22 su 107 le province italiane in cui l’export genera un valore superiore al 50% del valore del prodotto interno lordo. Facile dedurre che se dovesse svilupparsi una guerra commerciale globale, una provincia su cinque, in Italia, vedrebbe la propria economia drasticamente ridimensionata.
"Padova non è tra queste - commenta il presidente dell'Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin - ma comunque commercio, turismo, servizi e professioni potrebbero sembrare al riparo da certe dinamiche, ma non è così. Se le esportazioni flettono, vanno in difficoltà manifattura e agricoltura e dunque scende anche il reddito delle famiglie, per cui, conseguentemente, calano i consumi e c'è meno liquidità anche solo per una vacanza. Basta (e avanza) perchè anche noi si sia molto preoccupati per una situazione che, francamente, ci sembra assurda".
I numeri: le statistiche italiane
Assurda, certo. Però i numeri sono lì a dimostrare che le preoccupazioni non sono peregrine.
Partiamo dall'analisi "macro". A livello nazionale, il rapporto tra il valore dell’export e quello del Pil è del 31,1%, il che significa che ogni 100 euro di valore aggiunto prodotto dal territorio, 31,1 euro vengono generati dalle vendite all’estero.
Fino a ieri è andata meglio al Nord Est che vedeva questo rapporto attestarsi al 43% ma che, domani, potrebbe rappresentare una zavorra difficile da affrontare .
Preoccupazioni minori rispetto a quelle che pervadono l'economia della provincia di Arezzo dove, grazie all'oro, il rapporto tra valore generato dall’export e Pil è il più alto d’Italia, pari a 141,2 euro di vendite all’estero ogni 100 euro di Pil. Nel 2024 nella provincia toscana il valore delle esportazioni è salito di quasi 15,6 miliardi di euro, di cui uno è andato negli Stati Uniti.
Hanno di che guardare con sospetto a ciò che si decide alla Casa Bianca, province come Lodi (98,5%), Siracusa (87%), ma anche le venete Belluno (60%) e Vicenza (67,5%) che, in termini percentuali viaggiano di concerto con Latina, Vercelli, Piacenza, Reggio Emilia e Asti. Questo in senso generale. Se poi si guarda più specificatamente agli Stati Uniti, è Firenze la provincia più tributaria verso gli USA: 25,1% dell’export con 6,1 miliardi di euro prodotti per il 50% circa dal settore chimico farmaceutico, per il 21% circa dal tessile-abbigliamento e per il 16% dai macchinari.
Padova e il territorio: possibili scenari
Fin qui lo sguardo è stato rivolto all'intero Paese. Ma Padova?
Padova con 13.416,5 milioni di euro (+28,5% rispetto al 2019), produce 36,9 euro ogni 100 di Pil, con alimenti e bevande che coprono il 5,3%, tessile e abbigliamento il 5,1%, gomma e materie plastiche il 5%, macchinari e apparecchiature 38,1%, il resto della manifattura il 27%. Per il 59,4% sono esportazioni dirette verso i Paesi UE, mentre per il restante 40,6% sono dirette verso i Paesi extra UE e, di queste, il 9,2% è diretto negli States.
"Nei prossimi giorni - continua Bertin - il ministro degli Esteri Antonio Tajani presenterà in Senato un piano di contromisure che puntano a tenere alto il livello di esportazioni diversificando le destinazione dei prodotti made in Italy. Una quota destinata agli USA intorno al 10% può sembrare una cosa sopportabile, ma in termini assoluti si tratta pur sempre di più di un miliardo di euro che, se si dovesse interrompere il flusso verso gli Stati Uniti, significherebbe un miliardo in meno per il nostro territorio e dunque tanti soldi che sparirebbero dalla disponibilità per i consumi dei padovani. Senza contare che potrebbe esserci anche un effetto domino di ben altre dimensioni!".
In effetti, sebbene in questi giorni si parli quasi esclusivamente delle esternazioni di Trump, va detto che i dazi potrebbero frenare anche le economie di altri Paesi molto esposti verso gli Usa.
"Una di queste è quella tedesca - conclude il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova - e sappiamo, anche per esperienza di questi mesi, quanto contino le esportazioni italiane verso la Germania".
PADOVA 19 MARZO 2025