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IL PRESIDENTE BERTIN: COLLABORIAMO CON L'UNIVERSITA'"

Il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin: "Collaborare con l'Università per pensare, anche a livello urbanistico e sociale, alla Padova degli anni '30 dell' XXI secolo"

C'è un top player in città che per prestigio e finanze non conosce rivali. E' su piazza da più di 800 anni e anche nei giorni scorsi l'Università di Padova (è di essa che stiamo parlando) ha ribadito il proprio primato, certificato dal Censis, fra i mega atenei statali, ovvero quelli che possono vantare oltre 40 mila studenti.
Nel corso di pochi anni ha "ridisegnato" l'urbanistica cittadina con interventi che hanno avuto impatti significativi non solo sul piano edilizio, ma anche storico-culturale: due esempi per tutti: il polo umanistico di via Beato Pellegrino che dal 2019  è andato ad insediarsi là dove un tempo c'era l'Ospedale Geriatrico e - questa è cosa di poche settimane fa - il polo didattico di ingegneria in Fiera, peraltro un gioiellino in termini di sostenibilità ambientale.

Adesso c'è alle viste il nuovo Campus alla ex Caserma Piave, luogo iconico per generazioni di baldi giovani che lì, quando ancora la leva era obbligatoria, si sottoponevano ai fatidici "3 giorni" per poi essere "abili e arruolati".

Adesso per questo storico spazio di 51mila metri quadrati si prospetta un futuro dedicato, ovviamente, agli studenti universitari ma - e la cosa non è di poco conto - aperto alla cittadinanza che potrà attraversarlo a piedi o in bicicletta.
"Ed è qui - rileva il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin - che la nostra associazione vorrebbe poter entrare quasi in simbiosi con l'Università per pensare ad una Padova degli anni '30 del XXI secolo dove cittadini e studenti possano godere in pieno delle opportunità che una città moderna ed efficiente può loro offrire".
Bertin un'idea ce l'ha: "Ferma restando la progettualità "interna" degli spazi universitari che l'ateneo, giustamente, gestirà in piena autonomia, perchè non pensare insieme a come sviluppare ciò che si muove attorno al nuovo polo? Detto diversamente: perchè non coinvolgerci in fase preventiva, ad esempio, sul futuro urbanistico delle aree limitrofe? Le nostre categorie che operano nel comparto dell'immobiliare hanno esperienza da vendere e così si eviterebbe di giungere a progetti preconfezionati che lascerebbero spazio a commenti, inutili, a lavori ultimati. Stesso ragionamento si può fare per la Fiera, uno spazio che va ripensato (magari con la realizzazione dell'Arena della Musica) anche in funzione della presenza dell'Università e degli studenti che la frequentano".

Il presidente dell'Ascom Confcommercio non è nuovo a valutazioni, sempre positive, sul valore che gli studenti "fuori sede" rivestono per la città.
"Semmai - specifica - il nostro rammarico è che non rimangano una volta concluso il percorso universitario, ma per il resto siamo consci che, anche in termini di alloggi, meriterebbero di più".
Nota la questione: il turismo (benedetto purchè governato) sottrae alloggi a famiglie, studenti e lavoratori. "E questo - continua il presidente - è un problema. In primis perchè spinge ai margini della città famiglie e studenti che poi, non vivendo Padova, non alimentano nemmeno i negozi di vicinato, ma in secondo luogo, perchè la città diventa una sorta di Disneyland senz'anima dove anche gli studenti assumono, di fatto, il ruolo di "non residenti" che studiano sì nella città del Santo ma non ci vivono. Di questo l'Ascom Confcommercio non solo si è fatta parte diligente incontrando anche la rettrice Daniela Mapelli nel quadro dell'iniziativa "Tutti convocati", ma si è fatta anche promotrice, nell'ambito del progetto Cities di Confcommercio, di un'idea di città dove le componenti "residenti" e "negozi" diventano gli elementi che marcano la differenza.
"Quando meno di un anno fa abbiamo presentato in Senato le nostre proposte per evitare la desertificazione delle città - ricorda Bertin - abbiamo riportato una serie di dati e tra questi anche i risultati di un'indagine Confcommercio - SWG che indicava come cambia la percezione del valore di un immobile in base alla presenza o meno di negozi e locali. Ebbene fatto 100mila euro un ipotetico valore base di un appartamento, se questo si trova in zona residenziale senza negozi, il valore passa da 100 a 106; se ci sono invece molti negozi e pochi locali, il valore diventa 126; molti negozi e molti locali lo fissano a 121 mentre una zona di movida, animata da studenti, per quanto "difficile", mantiene il valore a 104. Il crollo a 85? Se i negozi stanno chiudendo e le vetrine sono spente". Dunque, le parole d'ordine diventano "esperienze (di altri) e collaborazione". 

"Nelle prossime settimane - conclude Bertin - a proposito di "esperienze altrui", saremo a Montpellier, la città del sud della Francia che, per molti versi, richiama la nostra città. Sarà un modo per vedere come altri hanno affrontato le questioni che abbiamo illustrato, mentre, per ciò che riguarda la "collaborazione" noi siamo pienamente a disposizione e crediamo che l'Università, innanzitutto per ciò che rappresenta di prestigioso nel mondo e per ciò che rappresenta per la città, sia un interlocutore da privilegiare. Se il Bo crede che il nostro contributo possa essere utile, noi non facciamo altro che ribadire il claim della nostra confederazione: "Confcommercio c'è". Anche e soprattutto a Padova".

PADOVA 2 AGOSTO 2025