Alla parità di genere mancano ancora 134 anni?
“Un motivo in più per promuovere adesso una partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro”
Dall’evento “Padova alla Pari” riflessioni e spunti su leadership femminile, divario retributivo, imprenditoria femminile e conciliazione vita-lavoro
Alla parità? Mancano ancora 134 anni. Per cui sarebbe logico che le donne si avvilissero. “Invece no, è proprio quel termine, così distante, che deve essere di sprone per un impegno sempre maggiore verso una parità di genere da raggiungere in minor tempo e che trova spunti interessanti e positivi proprio da questo genere di confronti”. Pensiero di Silvia Zanellato di Ascom Servizi, uno degli enti promotori, assieme a Cescot, Forema e Irecoop Veneto, dell’iniziativa “Padova alla Pari”, andato in scena (è proprio il caso di dirlo visto che l’evento si è concluso ieri sera con lo spettacolo teatrale “Absolute Truth” della compagnia Associazione Il Quinto Quarto) al Piccolo Teatro di via Asolo a Padova.
Un evento conclusivo teso ad avviare un percorso (e non deve sembrare una contraddizione di termini) e che ha avuto come focus la presentazione del Protocollo di Rete Territoriale per la Parità di Genere della Provincia di Padova elaborato nell’ambito dei progetti “P.A.R.I. - Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l’equilibrio di genere” che fa parte del Programma Operativo Fondo sociale europeo plus 2021-2027 del Veneto teso a promuovere una partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro.
I progetti che hanno ispirato il Protocollo hanno consentito di affrontare questioni come la leadership femminile, il divario retributivo, l’imprenditoria femminile e la conciliazione vita-lavoro.
Daniela Segato, Consigliera di Parità della Provincia di Padova, ha evidenziato l’importanza di procedere insieme verso una società in cui il benessere sia condiviso, comprendendo che il problema della parità di genere è un problema di tutti anche se, dal suo osservatorio, ha potuto notare che le donne che si rivolgono prioritariamente sono giovani al rientro della maternità.
Elena Morello, presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio e presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova ha invece affrontato il problema dal punto di vista delle imprese dove sempre più la parità è fondamentale per la totalità delle aziende ma soprattutto per quelle a conduzione femminile, non mancando di osservare che molte sono le iniziative realizzate e molte ancora in fase di realizzazione, per cui diventa strategico dare continuità per favorire sempre più una cultura equa ed inclusiva.
Sono quindi seguite le testimonianze, a cominciare da quella di Paola Mascaro, presidente di Valore D, che ha ribadito come la fragilità occupazionale delle donne sia ancora un retaggio culturale per cui il futuro si giocherà su sfide come aiutare le giovani donne a scegliere studi e professioni più spendibili nel mondo del lavoro per un futuro competitivo; come colmare il gap relativo alle competenze digitali grazie alla formazione e come contrastare i pregiudizi che trovano spazio anche nell’ultimissima AI, ancora piena di retaggi e stereotipi.
Cristina Del Guasta, socia di MCA, ha sottolineato come la parità di genere nei contesti aziendali sia significativa perché le aziende sono fondamentali per cambiare la cultura e dunque ad esse è demandato il compito di essere acceleratori di cambiamento e punti di riferimento. Anche perché la parità reale è qualcosa di più della sola, seppur importante, occupazione femminile.
Un punto di vista molto particolare è stato espresso da Marta Bettuolo, direttrice artistica e formatrice teatrale del Teatro de LiNUTILE, che ha indirizzato l’attenzione su come anche nell’arte ci sia discriminazione. Molte donne, infatti, si avvicinano e si appassionano all’arte ma poi non procedono e si nota poco una propensione all’avvio di impresa in questo campo. Eppure lo spazio per continuare a credere in una nuova cultura ci sarebbe: la potenza dell’arte può (e deve) essere una fonte di alto impatto per dare una spinta al cambiamento.
Infine un’osservazione: c’è molto da fare per aiutare le donne ad uscire da una concezione di senso di colpa che ancora oggi le piega e le frena.
PADOVA 14 FEBBRAIO 2025