Discorsi ed aneddoti nel corso della cerimonia che ha dato il via ai festeggiamenti
Chissà se il bisnonno Martino che dovette recarsi più volte in questura a Padova perchè non gli volevano dare la licenza (che nel 1923 veniva assegnata solo se l'attività insisteva in un centro abitato e Campagnalta di San Martino di Lupari tutto era fuorchè centro abitato), si sarebbe commosso alla festa organizzata dai bisnipoti per celebrare il prestigioso, ed inconsueto, traguardo dei 100 anni.del ristorante ed hotel Belie.
Probabilmente no, perchè chi aveva visto giusto nel dare ristoro a "carrettieri e viandanti", al massimo si sarebbe compiaciuto nel vedere tanta gente (autorità, amici, clienti, ecc.) cogliere l'invito di Franco e Stefano Bergamin per una festa che, come ha sottolineato il sindaco, Nivo Fior, che ha consegnato una targa, è una festa per l'intero territorio.
Ma una festa anche per l'imprenditoria locale che sul Belie, nel corso dei decenni, ha fatto riferimento per alloggiare e "dare ristoro" (come si usava dire nel 1923) ai propri clienti e che alla festa era rappresentata dall'Ascom Confcommercio nelle figure del presidente di Ascom Servizi e del mandamento di Cittadella, Enrico Baggio e del direttore generale, Otello Vendramin che hanno consegnato anche loro una targa per i 100 anni di attività nell'hotellerie e nella ristorazione.
Condotta con inaspettato piglio da consumato presentatore da Franco Bergamin, la cerimonia è scivolata via tra discorsi e - soprattutto - aneddoti, uno dei quali ha avuto come protagonista il consigliere regionale ed ex sindaco di Cittadella, Giuseppe Pan che al Belie, al tempo dell'università, si pagava gli studi facendo il cameriere a matrimoni e battesimi.
"Chiedeva sempre "più schei" - ha detto Franco Bergamin - per cui gli avevo profetizzato un futuro da politico". Detto, fatto.
Aperta dalla benedizione di don Livio e dal ricordo degli anni duri della ripresa del dopoguerra dell'ex sindaco Pietro Zorzato, la cerimonia è stata anche l'occasione per un ringraziamento collettivo: ai familiari, innanzitutto, e poi a quanti si sono succeduti, nel corso dei decenni, in cucina e fra i tavoli.
Non solo. Tanto e tale è il legame che lega questo esercizio alla propria affezionata clientela che i discendenti di "Romano carbonaro", uno dei carrettieri ai quali Martino aveva pensato di dare ristoro nel lontano 1923, sono diventati amici di famiglia.
Da tutti, infine, l'augurio per "altri 100 di questi anni", anche se, come è stato sottolineato, una sola nipote è rimasta in loco perchè gli altri sono attualmente a Vancouver e a San Francisco.
SAN MARTINO DI LUPARI, 16 SETTEMBRE 2023