Home

DA UNA DIRETTIVA UE IL "DIRITTO DI RIPARAZIONE" PER ELETTRODOMESTICI E PRODOTTI DI ELETTRONICA

LeopoldoToffano (presidente settore di Ascom Confcommercio Padova): "Non ci potrà più  essere il rifiuto perchè non esistono ricambi"

La riparazione? Un diritto.
Sancito da una direttiva dell'Unione Europea (2024/1799) entrata in vigore lo scorso 30 luglio e che i singoli Stati membri hanno tempo 24 mesi per recepire. Dunque, al momento, nulla cambia, ma in un futuro non troppo lontano i consumatori potranno pretendere che il loro frigorifero, l'aspirapolvere, il tablet e il telefono, ecc. prima di essere mandati in discarica abbiano una prova d'appello: la riparazione. Purtroppo, e non si capisce bene perchè, la direttiva non prevede la riparazione obbligatoria anche per le stampanti, le cuffie stereo, i computer portatili, i ferri da stiro, i tostapane, le macchine per il caffè, ecc., prodotti anch'essi soggetti ad "incidenti di percorso", per così dire, che non trovano soluzione.
A chi infatti non è capitato di sentirsi dire che la riparazione non era possibile perchè sarebbe costata troppo o perchè non esistevano pezzi di ricambio e che dunque era preferibile orientarsi sul prodotto nuovo? Crediamo a tutti.

Ebbene, la direttiva dell'UE prevede che i produttori debbano informare i consumatori sui prodotti che sono obbligati a riparare tramite un modulo che renda trasparenti condizioni e prezzi. 

"Non che la direttiva in questo senso fughi tutti i dubbi - commenta Leopoldo Toffano, presidente dei commercianti di elettrodomestici ed elettronica dell'Ascom Confcommercio di Padova - perchè se da un lato indica con chiarezza che la riparazione può avvenire anche dopo la garanzia legale di due anni (che ne farà automaticamente scattare uno supplementare), dice che dovrà avvenire ad un prezzo "ragionevole" e secondo tempistiche "ragionevoli": non il massimo se vogliamo dare certezze ai consumatori".

Aspetti che potrebbero essere chiariti in sede di recepimento e, naturalmente, dall'adattamento del mercato.
"In ogni caso - continua Toffano - questo per noi è un passaggio importante perchè privilegerà chi sarà centro di assistenza e non semplice venditore. Si aprirà di fatto un mercato che avrà vantaggi per l'economia, per l'ambiente e potrebbe offrire nuove opportunità per posti di lavoro sempreché i percorsi formativi inducano i giovani a specializzarsi in questi ambiti. A nessuno, infatti, deve sfuggire che già adesso abbiamo grandi difficoltà a reperire manodopera specializzata".
In Confcommercio, a livello nazionale, qualche idea per rendere massimamente fruibile la direttiva, ce l'hanno.
"Parti di ricambio a prezzo di costo - aggiunge il presidente - incentivi fiscali per le imprese che diventano riparatrici, Iva agevolata e magari, come avviene in Austria, un bonus fino al 50% del costo".

La partita, a questo punto, diventa politica.

"Noi ci auguriamo che il governo, grazie anche ai nostri suggerimenti e al nostro pressing, metta mano al più presto all'iter per il recepimento augurandoci che su un tema di così vasta portata per i consumatori, governo e opposizione trovino punti di convergenza che ne facilitino l'adozione".

Dunque, come si è soliti dire, c'è "la cornice". Adesso si tratta di creare "il quadro" che però ha già delle pennellate ben precise: stop al rifiuto di aggiustare da parte dei produttori anche per motivi puramente economici; in caso di riparazione impossibile deve esserci l'offerta di un bene ricondizionato; mai più l'inserimento nei prodotti di sistemi hardware o software che impediscono la riparazione. 

"In ultima analisi - chiosa Toffano- visto che nel 2023 è stato avviato alla raccolta di rifiuti elettronici solo il 30,24% dell'immesso al consumo, l'ambiente ci sarà grato".

PADOVA, 20 AGOSTO 2024