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A PARTIRE DA MONSELICE LA CAMPAGNA "IO VOGLIO APRIRE"

PARTE DA MONSELICE (MA E’ GIA’ DIFFUSO IN TUTTA LA PROVINCIA) IL CARTELLO DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO CHE E’ IL “MANTRA” DEI PICCOLI IMPRENDITORI: "IO VOGLIO APRIRE"
L’idea è della sede mandamentale di Monselice, poi subito sposata dalla sede centrale che l’ha messa a disposizione di tutte le altre sezioni territoriali dell’Ascom Confcommercio: un cartello che, senza tanti giri di parole, grida lo stato d’animo dei nostri piccoli imprenditori.
“Io voglio aprire” è il “mantra” che commercianti, operatori del turismo e dei servizi, associati all’Ascom o meno, continuano a ripetere nella speranza che, finalmente, qualcuno “dove si puote ciò che si vuole” si decida ad avvicinare le date, oggi terribilmente distanti, di una “fase 2” il cui avvio potrebbe rivelarsi decisivo tra il rimanere sul mercato o esservi espulsi.
E così “Io voglio aprire” è diventato un cartello dove assieme allo slogan compare anche la chiave che, per primo, il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin, aveva individuato quale simbolica contestazione nei confronti di una governo che, giustamente attento alla salute, sembra però non cogliere appieno nè le difficoltà nelle quali si dibattono i piccoli imprenditori, né la diversa incidenza territoriale del contagio da Covid 19.
Nelle prossime ore, dunque, a partire da Monselice, il cartello comincerà a fare bella mostra di sé sulle porte, ancora chiuse (e per la gran parte lo rimarranno fino al 18 maggio ma per bar e ristoranti, parrucchieri e centri estetici addirittura fino al 1° giugno) degli esercizi commerciali che, peraltro, stanno raccogliendo la solidarietà della cittadinanza.
“Una cosa deve essere chiara – ha detto in proposito il presidente Bertin – ed è quella che i piccoli imprenditori non sono degli invasati: vogliamo solo riaprire le nostre attività in sicurezza (e sicurezza è una parola che sottolineo tre volte) seguendo tutte le norme che le autorità sanitarie ritengono ragionevolmente necessarie per lavorare senza diffondere il contagio. Senza nascondere che non comprendiamo perché un’industria con 500 dipendenti possa non essere un problema, mentre un negozio dove entra una persona alla volta lo sia”.

MONSELICE 30 APRILE 2020