L’Intelligenza artificiale, un concetto vecchio di quasi 70 anni ma più attuale che mai: i primi esperimenti con l’AI risalgono al 1956, e più tardi, precisamente negli anni ‘80, l’intelligenza artificiale venne ad esempio impiegata in campo aeronautico per i sistemi di controllo di volo.
E proprio l’intelligenza artificiale è stata la protagonista del workshop di recente tenutosi presso l’Ascom Confcommercio di Padova, promosso da Ascom Servizi SPA in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova nell’ambito del progetto PID.
Il laboratorio aveva lo scopo di spiegare e spingere verso la transizione digitale le aziende, argomento tutt’altro che semplice ma reso molto attraente ed interessante grazie agli interventi dei due relatori, il project manager e responsabile di sede di PopLab SRL Luca Trombin e il responsabile marketing e delegato ai rapporti con le imprese di Galileo Visionary Disctrict e Scuola Italiana Design Andrea Busato.
“Se un tempo vivevamo nell’era del “possesso” – hanno spiegato i due relatori – “Oggi viviamo in quella dell’accesso, in cui non basta più possedere un oggetto per poterlo utilizzare, ma è necessario fare un passo in più, cioè eseguire, appunto, un accesso che porta alla fruizione di migliaia di contenuti sempre nuovi. In questo modo abbiamo a disposizione una libreria infinita di contenuti digitali come musica, film e strumenti vari da utilizzare sia nel tempo libero che in quello lavorativo.”
E focus del workshop è stato proprio il mondo del lavoro e le applicazioni che l’intelligenza artificiale può avere su di esso. Negli ultimi anni, gli sviluppi e le applicazioni dell’AI hanno avuto un notevole incremento, permettendo di ottimizzare sempre più alcune funzioni lavorative permesso minimizzando gli sforzi e garantendo margini d’errore minimi.
Di recente l’AI ha avuto un successo strepitoso, basta guardare i numeri: ChatGPT, un modello di linguaggio creato per generare risposte linguistiche coerenti, ha raggiunto il primo milione di utenti in soli 5 giorni, mentre a piattaforme come Netflix o Facebook sono voluti anni per raggiungere un traguardo simile.
Per quanto relativo al funzionamento dell’intelligenza artificiale, è stato posto poi il focus su sistema di apprendimento dell’AI, ovvero il “deep learning”, una sottocategoria dell’apprendimento automatico (machine learning), che si basa su reti neurali profonde: quel che è in grado di fare l’AI è dunque sostanzialmente apprendere e riprodurre informazioni anche molto complesse partendo da una serie di dati.
Grazie a questo tipo di apprendimento, l’AI può essere impiegata in qualsiasi tipo di lavoro. Nel corso del workshop sono stati infatti forniti alcuni esempi pratici di AI applicata al mondo della scrittura, della creazione di immagini e sketch. Per programmi come Lexica, ad esempio, sono sufficienti una combinazione di parole in inglese per generare una miriade di immagini tematiche tutte diverse tra loro, da poter utilizzare a proprio piacimento.
Non sono mancate le domande e la preoccupazione in aula, la più diffusa delle quali riguarda il pericolo che l’intelligenza artificiale possa sostituire l’essere umano nel mondo del lavoro.
Al momento la risposta è negativa, in quanto l’AI è sì uno strumento utile e potentissimo che va però saputo utilizzare con sapienza se si vuole trarne il meglio (a tal proposito, al momento sembra sia maggiore il numero di persone che utilizzano l’intelligenza artificiale in modo poco professionale rispetto a quelle che usano il proprio tempo per trovarne un’applicazione efficace per implementare il proprio lavoro e far crescere il proprio business) ma non potrà mai sostituirsi alla mente e alle accortezze umane.
Ben venga quindi che si possano creare intere presentazioni e slides con l’AI, che questa venga utilizzata per supportare il lavoro di un copywriter, di un web developer o di un grafico, ma chi dà l’impulso e i parametri per la creazione di contenuti sarà sempre l’essere umano.
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Padova 21 novembre 2023