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24/07/2015 - Approdati in G.U. tre nuovi Decreti sull'efficienza energetica degli edifici

Approdati in G.U. tre nuovi Decreti sull'efficienza energetica degli edifici

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2015, n. 162 tre decreti sull'efficienza energetica degli edifici approvati lo scorso 26 giugno 2015.

I tre Decreti introducono importanti novità e contengono rispettivamente disposizioni in merito:

  • all'applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e la definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici (in vigore a decorrere dal 1° ottobre 2015);
  • agli schemi e alle modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell'applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici (in vigore a decorrere dal 16 luglio 2015);
  • all'adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 - Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (in vigore a decorrere dal 1° ottobre 2015).

 

Regime dei minimi: chiarimenti Agenzia delle Entrare

Con Risoluzione 23 luglio 2015, n. 67, l'Agenzia delle Entrate ha precisato che possono accedere al regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità anche i contribuenti che hanno cominciato una nuova attività di impresa, arte o professione a inizio 2015, prima del 1° marzo 2015, data di entrata in vigore dell'art. 10, comma 12-undecies, D.L. n. 192/2014 che ha prorogato la possibilità di accedere al regime per tutto il 2015.

Tali soggetti dovranno, quindi:

  • comunicare nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno di imposta 2015, l'adesione al regime, allegando il quadro VO, non avendo potuto esercitare l'opzione per il regime al momento di presentazione della dichiarazione di inizio attività;
  • entro trenta giorni dalla pubblicazione della Risoluzione in esame, o entro la prima liquidazione IVA successiva se la stessa scade dopo tale termine, rettificare i documenti emessi contenenti l'addebito dell'imposta.

 

Mancato versamento di ritenute previdenziali ancora reato anche se sotto i 10.000 euro

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 32337 del 23 luglio 2015 ha affermato che il mancato versamento di ritenute previdenziali si configura come reato anche se il debito non è superiore a 10 mila euro e a nulla serve invocare l'applicazione delle disposizioni di cui alla Legge n. 67/2014, articolo 2.

La disposizioni introdotta dalla legge delega sulla depenalizzazione, chiarisce la Corte Suprema, non sono ad oggi applicabili in quanto il Governo non ha ancora provveduto ad emanare i relativi decreti attuativi. Dunque, la Corte ribalta le decisioni di primo e secondo grado, che avevano assolto l'imprenditore, e lo condanna per il fatto in questione.

Cassazione: carcere per l'ex amministratore o socio che omette il versamento di contributi ritenuti

Con Sentenza n. 21619 del 23 luglio 2015, la Corte di Cassazione interviene in merito alla responsabilità del mancato versamento di ritenute previdenziali da parte di coloro i quali a suo tempo risultavano amministratori o soci.

In particolare la Suprema Corte precisa che in caso di mancato pagamento, l'arresto scatta anche per coloro i quali, amministratori o soci all'epoca dei fatti, non ricoprono più dette cariche al momento della contestazione del reato.

Tale disposizione, precisa la Corte, va attuata anche se gli ex soci o amministratori, non potendo più disporre del patrimonio aziendale, dovranno versare detta contribuzione attingendo al patrimonio personale.