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03/04/2015 - Imposta di Registro su cessione di quote sociali

Imposta di Registro su cessione di quote sociali

Con Risoluzione 2 aprile 2015, n. 35, l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dell'imposta di registro sulle cessioni di quote sociali.

In particolare, l'amministrazione finanziaria ha precisato che se l'atto da registrare comprende la cessione di:

  • più quote sociali da parte di più cedenti a più cessionari;
  • più quote sociali da parte di più cedenti a un unico cessionario;
  • una quota sociale da parte dell'unico titolare a più cessionari;
ciascuna di esse rileva autonomamente ai fini dell'applicazione dell'imposta di registro (articolo 21, comma 1, D.P.R. n. 131/1986).

Per la tassazione degli atti recanti più disposizioni che non hanno contenuto patrimoniale è applicabile un'unica imposta fissa (Circolare 44/2011).

 

Modificate le black list a seguito della Stabilità 2015: Comunicato MEF

Con Comunicato 1 aprile 2015, n. 77, il MEF ha reso noto che sono stati firmati due Decreti ministeriali che modificano le black list sulla "indeducibilità dei costi" e sulle "Controlled Foreign Companies (CFC)", in attuazione delle disposizioni contenute nella Legge di Stabilità 2015.

In particolare, con i due Decreti in commento, è stato disposto rispettivamente che:

  • ai fini della black list sulla "indeducibilità dei costi", come previsto dall'art. 1, comma 678, Legge di Stabilità 2015, l'unico criterio rilevante che impedisce di uscire dalla lista diviene la mancanza di un adeguato scambio di informazioni con l'Italia. Pertanto, nel nuovo elenco rimangono 46 Paesi e giurisdizioni, mentre sono eliminati 21 territori, tra cui Emirati Arabi Uniti, Isole Cayman e Isola di Man;
  • escono dalla black list "CFC" Filippine, Malesia e Singapore, a seguito di quanto disposto dall'art. 1, comma 680, Legge di Stabilità 2015, il quale prevede che la tassazione non inferiore al 50% di quella italiana può essere considerata adeguata.

 

Trasferimento d'azienda nullo: niente risarcimento per i lavoratori che firmano la mobilità col cessionario

Secondo la Corte di Cassazione nel caso di nullità della cessione di ramo d'azienda, i lavoratori che hanno sottoscritto un accordo di mobilità con il cessionario non hanno diritto ad alcun risarcimento del danno, nonostante la dichiarazione di invalidità dell'atto di cessione.

Nella Sentenza n. 6755 pubblicata il 2 aprile 2015, i giudici della Corte Suprema hanno evidenziato che i lavoratori in questione non possono richiedere alcun importo, nemmeno a titolo risarcitorio, in quanto con l'accoglimento della proposta di mobilità avanzata dal cessionario, essi hanno implicitamente e liberamente accettato l'estinzione del rapporto lavorativo con l'impresa cedente, che pertanto non ha più obblighi verso tali lavoratori, nonostante la nullità dell'atto di cessione del ramo d'azienda.

 

Datore responsabile dell'incidente occorso al lavoratore in pausa pranzo

In tema di sicurezza sul lavoro, la Corte di Cassazione ha statuito la responsabilità penale per lesioni colpose gravi del datore di lavoro per l'infortunio al lavoratore sul cantiere, a nulla rilevando il fatto che l'operaio al momento dell'incidente non stava lavorando perché in pausa pranzo.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 14012 del 2 aprile 2015, ha precisato che la relazione causale tra la violazione delle prescrizioni a tutela della sicurezza degli ambienti lavorativi e gli infortuni sussiste indipendentemente dall'attualità della prestazione lavorativa e, pertanto, anche nei momenti di pausa, riposo o sospensione dell'attività.

 

Indennità di disoccupazione agricola e congedo parentale del padre: incumulabilità

L'INPS, con il Messaggio n. 2335 del 2 aprile 2015, precisa che i giorni già indennizzati a titolo di congedo obbligatorio e facoltativo del padre lavoratore (operaio agricolo), poiché sono incumulabili con le altre prestazioni a sostegno del reddito non risultano indennizzabili ai fini del computo della prestazione di disoccupazione agricola.

 

Richiesta del Pin di accesso ai servizi dell'Agenzia delle Entrate e dell'INPS

In vista delle prossime scadenze fiscali l'INPS, con il Messaggio n. 2315 del 1° aprile 2015, fornisce indicazioni per richiedere gratuitamente il:

  • Pin dell'Agenzia delle Entrate, tramite il quale si può accedere al 730 precompilato;
  • Pin dell'INPS, tramite il quale i pensionati o i lavoratori che hanno ottenuto nel 2014 una prestazione di sostegno al reddito dall'Istituto possono accedere alla Certificazione unica 2015, necessaria per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

 

Unicità della posizione contributiva: l'INPS concede la proroga per i sistemi aziendali complessi

Con la Circolare n. 65 del 2 aprile 2015 l'INPS, ricordando la scadenza al 31 marzo per adeguarsi al criterio dell'unicità della posizione contributiva aziendale, fornisce indicazioni circa alcuni casi per i quali si avrà più tempo per adempiere a tale obbligo.

In particolare, l'Istituto precisa che fino all'emanazione di nuove indicazioni, pur dovendo successivamente conseguire detto obiettivo, sono temporaneamente esonerate dall'obbligo dell'unicità della posizione le aziende che, anche in caso di operazione societarie,

  • adottino complessi sistemi organizzativi e informativi aziendali
  • che rendono estremamente onerosa l'integrazione delle procedure, che supportano la gestione delle paghe e dei contributi previdenziali.

 

Cig in deroga: il Ministero invita le Regioni a consentire l'accesso agli studi professionali

A seguito dell'accoglimento, da parte del Consiglio di Stato del ricorso cautelare presentato da Confprofessioni, il Ministero del Lavoro, nella Nota n. 7518 del 25 marzo 2015, invita le Regioni a consentire, in attesa della pronuncia del TAR, l'accesso al trattamento di CIG in deroga agli studi professionali.

La vicenda nasce dalla disposizione contenuta nell'articolo 2, comma 3 del Decreto Interministeriale 1° agosto 2014, che consente l'accesso al trattamento di integrazione salariale in deroga esclusivamente alle imprese di cui all'art. 2082 c.c. e, pertanto, a coloro i quali rivestono la qualifica di imprenditori esercitando professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Il Consiglio di Stato, nell'Ordinanza dell'11 marzo 2015 ha, infatti, ritenuto sussistenti profili di discriminazione nei confronti dei liberi professionisti e dei loro dipendenti, tenuto conto anche dei vincoli comunitari in materia di definizione d'impresa.

Convenzione INPS-INAIL sulla gestione dei casi di dubbia competenza

INPS e INAIL hanno sottoscritto una convenzione per l'erogazione della indennità per inabilità temporanea assoluta da infortunio sul lavoro, da malattia professionale e da malattia comune nei casi di dubbia competenza. Ne danno notizia gli stessi Istituti rispettivamente con la Circolare n. 69 (INPS) e n. 47 (INAIL) entrambe del 2 aprile 2015.

La Convenzione ribadisce il pieno riconoscimento del ruolo:

  • dell'INAIL, cui compete l'accertamento del nesso di causalità per le malattie professionali, l'occasione di lavoro e la causa violenta per gli infortuni, nonché la valutazione di ogni altro elemento utile per qualificare l'evento lesivo come professionale;
  • dell'INPS, cui compete, nell'ambito della specifica rilevazione degli stati di malattia, l'individuazione dei casi di possibile competenza INAIL, l'eventuale integrazione della documentazione pervenuta, se non già valutata dall'INAIL, nonché la valutazione circa l'eventuale grave carenza delle motivazioni di fatto e di diritto di reiezione dei casi da parte dell'INAIL.