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14/07/2015 - Comunicazioni incongruenze da Spesometro e Mod. 770 per favorire la regolarizzazione: Provvedimento

Comunicazioni incongruenze da Spesometro e Mod. 770 per favorire la regolarizzazione: Provvedimento

Con Provvedimento 13 luglio 2015, l'Agenzia delle Entrate ha reso note le modalità con cui segnalerà, a imprese e Guardia di Finanza, le possibili incongruenze riscontrate nelle Comunicazioni delle operazioni IVA (c.d. "Spesometro") e nei Modd. 770, relativamente ai compensi da lavoro autonomo certificati dai sostituti d'imposta.

In particolare, tale procedura ha lo scopo di stimolare l'assolvimento spontaneo degli obblighi fiscali, mediante l'istituto del ravvedimento operoso come disposto dall'art. 1, comma 634 e seguenti, Legge n. 190/2014 (c.d. "Legge di Stabilità 2015").

Dalla lettura del Provvedimento si evince che l'anno d'imposta interessato dalle segnalazioni è il 2011.

 

L'iscrizione a ruolo non preceduta dall'avviso bonario è nulla: Cassazione

Con Ordinanza 13 luglio 2015, n. 14544, la Corte di Cassazione ha chiarito che nella fase di riscossione delle imposte l'Agenzia delle Entrate è sempre tenuta a comunicare al contribuente l'esito dell'attività di liquidazione effettuata ai sensi dell'articolo 36-bis, D.P.R. n. 600/73 (c.d. avviso bonario) relativamente ai redditi soggetti a tassazione separata.

L'omissione di tale comunicazione determina infatti la nullità del provvedimento di iscrizione a ruolo, indipendentemente dalla ricorrenza o meno di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione.

 

Licenziato il dipendente che accetta regali di valore dai clienti

In tema di licenziamento, la Corte di Cassazione ha statuito la piena legittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del funzionario di banca che accetta regali dai clienti, a nulla rilevando la mancanza di precedenti disciplinari ed il fatto di non aver danneggiato l'immagine della banca.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 14446 del 10 luglio 2015, nel respingere il ricorso ha ribadito che la sanzione risulta giustificata, in quanto la condotta del dipendente è contraria all'etica e alla buona fede.

 

Incentivo all'esodo: aliquota irpef è sempre ridotta del 50%

In materia di incentivo all'esodo, la Corte di Cassazione ha chiarito che deve considerarsi legittima la richiesta del dipendente di vedersi restituito il 50% delle somme trattenuto a titolo di irpef.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 14523 del 13 luglio 2015, ha precisato che, ai sensi dell'art. 19, comma 4, DPR n. 917/86, alle somme riconosciute al lavoratore a titolo di incentivo all'esodo va applicata la riduzione del 50% dell'aliquota irpef. A nulla serve il rilievo della commissione tributaria in merito alla necessaria sussistenza di un accordo sindacale e di un esubero di personale. La norma citata non fa alcun riferimento ai due requisiti indicati.

Legittimo il licenziamento del caporeparto che non rispetta il divieto di fumo

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 14481 del 10 luglio 2015, afferma la legittimità del licenziamento per giusta causa di un lavoratore che non rispetta l'assoluto divieto di fumo in presenza di alta potenzialità di rischio incendio nell'ambiente di lavoro.

Nella fattispecie, il lavoratore, al quale erano state attribuite le mansioni di caporeparto, era stato trovato a fumare in mezzo alla porta dell'uscita di emergenza dello stabilimento. Tale comportamento è stato ritenuto dalla Corte estremamente pericoloso e disincentivante del rispetto degli obblighi per gli altri dipendenti.