L’ASCOM: “SILENZIO ASSORDANTE DELLA REGIONE VENETO”
Il timore delle piccole imprese si è materializzato sul sito internet di Veneto Sviluppo: blocco totale del credito. Nello specifico è quello per l’imprenditoria femminile, ma il terremoto finanziario rischia di trasformarsi in uno tsunami.
“Una comunicazione alquanto intempestiva visto che porta la data del 25 ottobre – commenta Paolo Finotello, responsabile per Padova di Terfidi Veneto, la cooperativa di garanzia delle Ascom di Padova, Vicenza e Treviso – ha rivelato che a partire dal 1° novembre (giorno festivo, si noti la finezza) l’accesso al credito per l’imprenditoria femminile sarebbe stato bloccato. In altre parole: dalla sera alla mattina ci è stato detto che non era più possibile accedere ad un credito con tasso agevolato dell’1,61%, decisamente inferiore rispetto all’ordinario”.
Questione grave, ma pur sempre circoscritta.
“Non proprio – continua Finotello – visto che le banche hanno pure bloccato tutte le pratiche a valere su fondi regionali per le imprese del terziario perché ritengono che tali operazioni siano per le banche stesse in perdita”.
La parola magica, in questo caso (ma sarebbe meglio dire, la parola dannata) è lo spread (ovvero il ricavo delle banche) che negli ultimi tempi è salito fino a superare la bella (si fa per dire) percentuale del 4% per le imprese considerate “migliori clienti”. Solo due mesi fa, tanto per dare un’idea, era sotto di circa due punti percentuali.
“Il problema – afferma Finotello – è che mentre l’euribor, che è la percentuale variabile, si mantiene su livelli accettabili (1,53% ad ottobre), lo spread vola e con esso vola anche la pressione delle banche nei confronti di Veneto Sviluppo perché accetti almeno il raddoppio dello spread, attualmente fermo, per i finanziamenti agevolati, all’1,5% Tradotto: da qui alla fine del 2011 quasi tutte le possibilità per le imprese di ottenere denaro a tassi agevolati risulteranno bloccate”.
“Per la cronaca – chiosa in finale Federico Barbierato, direttore generale dell’Ascom - Veneto Sviluppo è in mano per il 49% alle banche e per il 51% alla Regione Veneto, il cui silenzio, a questo punto, è quanto meno assordante”.
2 NOVEMBRE 2011