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MANOVRA DEL GOVERNO

consigliodic11 RIUNIONE STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ASCOM.
IL PRESIDENTE ZILIO: “IL GOVERNO DEI BANCHIERI DECRETA LA FINE DEL COMMERCIO DI VICINATO”.

La riunione straordinaria del consiglio generale dell’Ascom la dice lunga sulla preoccupazione dei commercianti per la manovra del governo Monti.
Questa mattina, nella sede di piazza Bardella, si sono riuniti i rappresentanti delle categorie e del territorio dell’Associazione Commercianti ed i toni, nei confronti del decreto “salva Italia” non sono stati, fin da subito, dei più morbidi.
“La liberalizzazione degli orari dei negozi – ha attaccato il presidente, Fernando Zilio – magari, come giura Monti, potrà anche salvare l’Italia, ma decreterà la fine del commercio di vicinato”.
Sul banco degli imputati, per i rappresentanti dei commercianti padovani, la norma che, entro 90 giorni, vedrà la completa liberalizzazione degli orari a meno che, ed è ciò che si augurano all’Ascom di Padova, la Regione (e dunque l’assessore Coppola con la quale è in corso una buona collaborazione) non possa ancora esprimere un proprio giudizio di merito e non sia solo costretta ad accettare il diktat di Palazzo Chigi. 
“Il governo dei banchieri – ha rincarato la dose Zilio – fa un favore (e che favore!) alle grandi strutture di vendita e, di fatto, obbliga i piccoli esercizi commerciali ad un surplus di costi e di lavoro che li metterà in ginocchio. I nostri sforzi, poi, per fare in modo che i centri cittadini, grandi e piccoli, non diventino terra di nessuno, vengono di fatto vanificati visto che sarà possibile, di giorno e di notte, nei giorni feriali ed in quelli festivi, raggiungere il centro commerciale (magari quello realizzato a Veneto City, nell’ex campagna veneta divenuta, nel frattempo, “cementificazione veneta”) e lì fare i propri acquisti con buona pace per noi che da anni ci battiamo per rivitalizzare i centri storici ed i quartieri”.
In effetti, la norma sulla liberalizzazione ha fatto passare in secondo piano anche altri aspetti della manovra che ai commercianti non vanno proprio giù.
Si tratta dell’aumento dei contributi previdenziali e dell’aumento, a partire dal prossimo settembre, dell’Iva di ulteriori due punti percentuali.
“L’aumento dei contributi – ha commentato un consiglio alquanto su di tono – perpetua nel tempo la falsa convinzione che la pensione di commercianti e artigiani abbia lo stesso valore di quella dei lavoratori dipendenti quando invece è nettamente inferiore e l’aumento dell’Iva, seppur procrastinato nel tempo, appare come l’anello finale di una catena destinata a strangolare i consumi”.
Insomma, dal consiglio generale dell’Ascom un pollice verso nei confronti dei provvedimenti del governo Monti ma non tanto per l’inasprimento della tassazione, quanto perché non sembra in grado di fare sviluppo.
Infine un’amara constatazione di cui si è fatto interprete, per tutti, il presidente Zilio.
“Ci aspettavamo tagli netti alla casta e, visto che si liberalizza tutto nel commercio, che almeno le liberalizzazioni fossero eque e riguardassero anche gli ordini professionali. Invece, al di là della lodevole rinuncia del Presidente del Consiglio al proprio emolumento, corporazioni e politica sembrano destinati a dormire sonni tranquilli. Buon per loro e male, malissimo, per il Paese”.


5 DICEMBRE 2011
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