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TASSA DI SOGGIORNO? SECCO NO DALL’ASSEMBLEA DEGLI ALBERGATORI DELL’ASCOM.

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LA PRESIDENTE SORANZO: "PRONTI PER FARE RICORSO MA ANCHE PER INIZIATIVE ECLATANTI" 
Un no secco alla tassa di soggiorno. Lo ha pronunciato l'assemblea, molto partecipata e molto vivace, che stamane si è svolta nella sede dell’Ascom ed alla quale sono intervenuti in massa gli albergatori che si riconoscono nella Federalberghi Ascom Confcommercio. D’altra parte l’occasione era di quelle impossibili da trascurare: si discuteva infatti della tassa di soggiorno che il comune di Padova vuole istituire con decorrenza dal 1° settembre prossimo alla presenza non solo dei vertici della categoria (la presidente provinciale Monica Soranzo ed il presidente  regionale Marco Michielli),  ma anche di quelli dell’Ascom (il presidente Fernando Zilio) e, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, l’assessore al commercio e turismo, Marta Dalla Vecchia.  Già dalle prime parole della presidente Soranzo una cosa è apparsa subito chiara: l’hotellerie padovana, con l’introduzione della tassa, rischia.  Rischia perché i suoi servizi costeranno di più alla clientela, ma rischia anche perché l’applicazione richiederà un aggravio burocratico che finirà per scaricarsi sui già difficili bilanci visto che, come ha sottolineato il presidente regionale Michielli, Padova riempie le proprie stanze per un modesto 32 per cento. "Purtroppo – ha sostenuto Michielli – il governo ha messo in mano ai comuni una pistola che questi hanno deciso di usare anche se qualcuno, come Verona e Jesolo, che pur di soldi ne potrebbero ricavare a palate, hanno optato per una pausa di riflessione".   E poco conta, come è stato opportunamente osservato, che Venezia, Roma e Firenze la tassa l’abbiano già introdotta. "Si tratta di destinazioni mondiali – ha detto ancora Michielli – che non possono essere paragonate con realtà come Padova che la sua battaglia è costretta a farla con destinazioni come Malaga o Valencia, con le quali è difficile competere già oggi e lo sarà ancora di più domani, una volta che la tassa sarà operativa".
Eppure, proprio da Firenze, che problemi di arrivi e di presenze non ne ha, domani mattina potrebbero giungere notizie positive in ordine al ricorso presentato in quella sede e che, se accolto, rappresenterebbe utile giurisprudenza per tutti gli altri comuni. L’assessore, incalzato anche dalla platea che non ha fatto mistero delle proprie difficoltà causate anche da un degrado che non è più patrimonio negativo di alcune zone ma rischia di offrire di Padova un’immagine negativa amplificata a dismisura da internet, comunque ha assicurato che i fondi raccolti con la tassa, che andranno in uno specifico capitolo di bilancio, saranno destinati al turismo. "Qualche dubbio al riguardo – ha detto il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio – è legittimo nel momento in cui non di solo turismo si argomenta nelle giustificazioni addotte dal Comune, ma anche di "ristrutturazioni al servizio del turismo" che potrebbero nascondere intenzioni un tantino diverse". Insomma, il problema è complesso e le soluzioni altrettanto. Tutto questo, come ha ricordato Zilio, mentre Padova ed il suo territorio sono alla ricerca di una strategia comune per promuovere il turismo e, al tempo stesso, sostenere quello che, da sempre, è un capitolo importante delle presenze negli alberghi padovani, ovvero il mercato business. Una cosa è certa: se il comparto dovesse andare in crisi per via della tassa, chi ne risentirebbe non sarebbero solo i bilanci delle imprese, ma anche i livelli occupazionali.