
"NO ALL’AUMENTO DELL’IVA. TREMONTI TROVI LE RISORSE TAGLIANDO GLI SPRECHI"
"Il messaggio che arriva dai cittadini è forte e chiaro
e testimonia di un’insoddisfazione profonda dell’elettorato di centrodestra nei confronti della politica governativa". Fernando Zilio, presidente dell’Ascom, analizza il dopo-referendum e guarda con preoccupazione ai prossimi mesi. "Non mi sembra di intravvedere – continua il presidente dei commercianti padovani – nessuna "scossa" sull’economia come da più parti viene richiesto ed, anzi, è sospesa sulla testa del commercio la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva, operazione che si rivelerebbe nefasta per consumi già tirati all’osso e destinata, nel caso l’ipotesi diventasse realtà, a decretare il "de profundis" del nostro comparto". Ma Zilio non si ferma alla contestazione del progetto governativo e avanza richieste specifiche. "Io non contesto il ministro Tremonti – rincara la dose Zilio - quando asserisce che è ben difficile fare sconti sulle tasse in presenza di un deficit consistente, ma contesto l’assunto che si possano fare sconti sulle tasse solo in presenza di altri introiti. Io credo invece che si debba operare con decisione sui tagli agli sprechi, sulla lotta all’evasione e sulle sacche di parassitismo che rappresentano, per questo Paese, una vera e propria palla al piede". Il passo, a questo punto, verso una mobilitazione della categoria, è breve. "Qualcuno ricorderà che fu la nostra manifestazione romana delle "formiche" ad incidere pesantemente, qualche anno fa, sull’assetto politico in atto in quel momento. Oggi siamo pronti a rispolverare i nostri cappellini e a scendere in massa, come facemmo quella volta, piazzandoci sotto le finestre di Palazzo Chigi o sotto quelle di via XX Settembre. Perché non è possibile che un Paese che vuole risorgere debba essere frenato da una politica che non decide e da un sistema che continua a giustificare le pensioni baby, i non pedaggi sulla Salerno – Reggio Calabria, il numero abnorme di parlamentari, i trasferimenti off-shore, le evasioni miliardarie. Il tutto a fronte di nessuna politica per la famiglia, nessun investimento sui giovani, il pressing dell’amministrazione finanziaria nei confronti di chi, magari per pagare i dipendenti, dichiara i redditi ma ha difficoltà a pagare le tasse, l’avvento dell’IMU, la nuova tassa sugli immobili e l’anacronistica tassa di soggiorno. A tutto questo i cittadini elettori hanno detto basta ed il messaggio, forte e chiaro, viene soprattutto da questo nord produttivo che, al di là di qualsiasi ragionamento, si attende scelte di politica economica che siano tali". Insomma, basta attendismi e, soprattutto, basta credere che possano essere ancora i consumi quelli che vengono chiamati a rimpinguare le casse di uno Stato che più incassa e più sperpera. "A questo stato di cose – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – noi diciamo no. E lo diciamo forti del fatto che cambiare si può mettendo l’etica e la trasparenza al centro delle azioni. Esattamente ciò che ha fatto l’Ascom di Padova sei anni fa. Comprendo che lo Stato non è un’associazione, ma etica e trasparenza devono diventare un obbligo per tutti. Gli eventi mondiali di questi ultimi mesi ci stanno insegnando che i giovani, che a gran voce reclamano opportunità, sanno organizzarsi e sanno sfruttare al meglio i nuovi mezzi di comunicazione. Questo Paese, per contro, appare ingessato ed ingessata è l'economia. Per questo serve un "Rinascimento economico" e per questo chiediamo ai ministri e ai parlamentari veneti di assumersi in pieno le proprie responsabilità. Per parte nostra possiamo garantire ai nostri associati che non lasceremo nulla di intentato per ridare loro quella speranza nel futuro che sembra da tempo svanita".