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AFFITTI TROPPO ALTI ED I NEGOZI CHIUDONO

freesport BERTIN (VICEPRESIDENTE ASCOM CONFCOMMERCIO): “E ADESSO SPERIAMO CHE NON CI SI METTANO ANCHE I COMUNI CON L’IMU”
“Poterono più gli affitti abnormi che il degrado”.
Entra a piedi uniti nel girone dantesco del commercio in crisi il vicepresidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin.
Lo spunto gli viene offerto dall’annunciata chiusura di Freesport, uno dei nomi più noti nel panorama degli store d’abbigliamento padovani, vuoi per la caratura dell’imprenditore, Mauro Rossi, vuoi per l’ubicazione dell’esercizio, Prato della Valle.
“Quelli che erano i nostri timori – continua Bertin – si stanno puntualmente realizzando: gli affitti pesano sempre di più nella gestione delle imprese e gli operatori sono costretti a caricarsi di costi che poi finiscono per incidere pesantemente sui bilanci”.


Noto proprio per le sue iniziative contro il caro-affitti (sua la proposta di una sorta di “concordato” tra proprietari ed inquilini commerciali per abbassare i canoni in modo da reggere alla crisi), Bertin non si nasconde il rischio di una corsa al rialzo dei canoni d’affitto.

 

“Se da un lato – continua il vicepresidente Ascom, che peraltro riveste anche il ruolo di presidente cittadino – l’arrivo in città di grandi marchi è sinonimo di una città appetita e comunque fedele alla propria tradizione mercantile, dall’altro alimenta l’idea che per pochi o tanti metri quadrati si possa chiedere qualsiasi cifra. Il risultato? Si affitta qualche spazio nel “quadrilatero delle griffe” e si spengono definitivamente le insegne nel resto della città”.
Ma se Bertin se la prende con i privati, non lascia indenne neanche il pubblico.
“Ai sindaci – sottolinea il vicepresidente – sono mesi, per non dire anni, che raccomandiamo di non cedere alle lusinghe di chi promette posti di lavoro in cambio di autorizzazioni per la realizzazione di grandi strutture di vendita. Oggi scopriamo che Ikea, in quel di Treviso, non intende assumere locali ma chi più gli aggrada. Un duro colpo per quei primi cittadini (e ce ne sono anche nella nostra provincia) che guardano all’immediato e non si accorgono che, nel lungo periodo, persino l’occupazione, oltre che il territorio, finisce per registrare un deficit. A questi, ed in verità a tutti i primi cittadini, diciamo: attenzione a non commettere il medesimo errore anche nell’applicazione dell’Imu: “caricare” il commercio per fare cassa può significare far chiudere un intero comparto con tutte le conseguenze del caso proprio su quei livelli occupazionali che sembrano essere la priorità dei nostri sindaci”.

PADOVA 29 MARZO 2012