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NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE, IPOTESI DI LICENZIAMENTI

billa

...OLTRE CHE ALL’AUCHAN ANCHE AL BILLA.

FERNANDO ZILIO: “ALLA FACCIA DELLA PROPULSIONE ALLA CRESCITA CHE LE LIBERALIZZAZIONI AVREBBERO DOVUTO COMPORTARE”.
Il “conto della serva” è presto fatto: 65 ipotizzati licenziamenti all’Auchan, 50 al Billa: uguale 115 persone che, nell’arco di qualche mese, si ritroveranno su una strada.
“Alla faccia della propulsione alla crescita che le liberalizzazioni avrebbero dovuto comportare!”
Fernando Zilio, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova è severo nei confronti della grande distribuzione.
“A Roma – incalza il presidente dei commercianti padovani – la grande distribuzione sembra in grado di dettare tempi e regole là dove si decidono le sorti del Paese preconizzando un futuro fatto solo di nuove assunzioni e di stuoli di giovani con prospettive esaltanti. Di più: riesce a confondere la grande stampa nazionale fornendo dati che, se non sono falsi oggi, lo saranno di sicuro domani, visto che le tanto sbandierate assunzioni o sono a tempo determinato (anche poche settimane) o sono addirittura interinali”.
Ma se le nuove assunzioni, indipendentemente dalla loro durata, rischiano di essere il grimaldello momentaneo in grado di fare breccia nelle coscienze e nei decreti, i licenziamenti, quelli sì, hanno carattere permanente.
“Un posto di lavoro perso – continua Zilio – non si sostituisce facilmente e, soprattutto, non si sostituiscono più quei posti di lavoro che si perdono quando un nuovo centro commerciale finisce per decretare la fine di decine di negozi di vicinato”.
Uno studio di Confcommercio, in questo senso, ha confermato essere quattro i posti (tra titolari e collaboratori, molti dei quali, soprattutto tra i primi, “over 50” e dunque difficilmente ricollocabili) che si perdono definitivamente per ogni nuovo posto (precario) che si crea nella grande distribuzione.
“Il negozio tradizionale – aggiunge il presidente dell’Ascom – al pari del comparto terziario nel suo complesso, in questi anni ha svolto un ruolo fondamentale in quanto ammortizzatore sociale. Nelle nostre aziende sono confluiti migliaia di lavoratori, spesso espulsi dall’industria che delocalizzava, e molti sono quelli che rimangono iscritti nei nostri libri paga anche per 40 anni a dimostrazione che il lavoro, dove questo non è spersonalizzato, è un valore fondamentale”.
Da qui la necessità di un patto tra piccole imprese e sindacato.
“Ovviamente – conclude Zilio – ci siamo trovati spesso dai due lati opposti del tavolo. Ma sempre di un tavolo di discussione si trattava. Adesso è venuto il tempo di opporci unitariamente ad un progetto che, forte della nebbia creata dai falsi miti delle liberalizzazioni, rischia di tramutarsi, alla meglio, in un peggioramento delle condizioni di lavoro e, alla peggio, in una bella quota di licenziamenti di cui quelli ipotizzati da Auchan e Billa sembrano essere solo le avvisaglie”

27 GENNAIO 2012