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OBAMA DECISO A PRIVARE DEGLI SGRAVI FISCALI LE AZIENDE CHE DELOCALIZZANO.

sgravifiscaliaziende IL PRESIDENTE DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA, FERNANDO ZILIO: “IL NOSTRO PREMIER FACCIA LO STESSO: PENALIZZI CHI ESPORTA IL LAVORO E PREMI QUANTI RIMANGONO A PRODURRE IN ITALIA”
“Mario Monti non limiti il suo sguardo solo all’Europa, ma guardi anche al di là dell’oceano. Verificherà che qualcuno che di nome fa Barak Obama e di professione è il presidente degli Stati Uniti, si appresta a varare un progetto che, modestamente, nel nostro piccolo, abbiamo avanzato qualche tempo fa: premiare le imprese che investono e creano posti di lavoro in patria, eliminando, nel contempo, le agevolazioni di ordine soprattutto fiscale per chi delocalizza all’estero”.
La notizia che alla Casa Bianca si sono ritrovati, tra gli altri, i vertici di Ford, Intel, Siemens, Thyssen Krupp e Rolls Royce per discutere col presidente Obama di possibili rientri negli States di aziende che avevano preferito insediarsi in Paesi dove il costo del lavoro è più basso..  e le tutele per i lavoratori molto ridotte se non proprio assenti (pena, per l’appunto, l’azzeramento delle agevolazioni fiscali), danno al presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Fernando Zilio, l’occasione per sollecitare il capo del nostro esecutivo ad azioni più significative. 
“A mio avviso – continua Zilio – ben più dei negozi aperti di notte o dei farmaci di fascia C venduti al di fuori delle farmacie, mi sembra che debbano essere queste le scelte di politica economica nazionale che possono rimettere in moto il Paese e, di conseguenza, rilanciare l’occupazione”.
“L’iniziativa che spero il nostro governo adotti quanto prima – aggiunge il presidente dell’Ascom – avrebbe anche una valenza in termini di “equità”, parola alla quale si stanno tutti aggrappando senza peraltro dimostrare di apprezzarne appieno il significato. Io credo che privare delle agevolazioni le imprese che esportano lavoro sarebbe quantomeno equo nei confronti di quegli imprenditori, commercianti in primis, ma anche artigiani dei servizi che, anche se volessero, non potrebbero mai esportare la loro attività perché legata a doppio filo al territorio che la esprime e che contribuisce a sostenere”.


12 gennaio 2012