NEL CONTRASTO TRA REGIONE VENETO E GOVERNO MONTI EMERGE IL RUOLO CHIAVE DEI SINDACI.ZILIO (PRESIDENTE ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “SUI PRIMI CITTADINI L’ENORME RESPONSABILITA’ DI DECIDERE IL FUTURO DELLE LORO COMUNITA’: CENTRI VITALI O BANLIEU”.
LA’ DOVE SAPRANNO RESISTERE ALLE SIRENE DELLA LIBERALIZZAZIONE, DOPO TRE INFRAZIONI ESERCIZIO CHIUSO
Per Padova il problema non dovrebbe sussistere. L’assessore al commercio, Marta Dalla Vecchia, è stata chiarissima nello sposare la linea della Regione in materia di liberalizzazione degli orari dei negozi: se qualcuno aprirà al di là dei limiti stabiliti dal provvedimento regionale, incorrerà nella multa. Ma negli altri comuni? E’ pacifico che i sindaci si atterranno alle disposizioni regionali o si appelleranno al decreto del Governo per dare il via libera a chi vuole aprire tutti i giorni e a tutte le ore?
“Ancora una volta – dichiara il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Fernando Zilio – saranno i sindaci lo spartiacque tra chi, come noi, crede nelle regole e chi, invece, ritiene che togliendo qualsiasi regola ci saranno più opportunità”.
Un po’ come per le grandi strutture di vendita, anche in questo caso, spetta ai primi cittadini decidere “se”, “quando” e, soprattutto, “come”.
“I sindaci – continua Zilio – hanno un’enorme responsabilità. Devono infatti decidere se, con la liberalizzazione selvaggia, intendono favorire la grande distribuzione con la logica conseguenza di stritolare il commercio tradizionale e trasformare i centri grandi e piccoli in tante banlieu prive di vetrine, di luci, di vita. E’ una responsabilità enorme perché avrà effetti duraturi nel tempo e peserà sull’occupazione in maniera molto negativa”.
I sindaci, dunque, dovranno scegliere: se stare col Governo Monti o stare con la Regione Veneto.
“Noi riteniamo – aggiunge il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova - che i più saranno con la Regione. Già i sindaci dei comuni capoluogo sembrano orientati in tal senso e dunque se questo sarà l’orientamento, significherà che ad apertura in orario e date “contro legge regionale” scatterà per l’attività commerciale l’inevitabile multa e, alla terza infrazione, l’ordinanza di chiusura”.
In ogni caso non si possono escludere opposizioni davanti al Tar con conseguente lungaggini giudiziario/amministrative.
“E questo – conclude Zilio – è forse l’aspetto che meglio fotografa più di ogni altro l’incapacità dell’Italia di essere in grado di riformarsi: nelle nostre norme c’è sempre qualcosa o qualcuno che va in conflitto con qualcos’altro. Non c’è mai chiarezza e, pertanto, non c’è mai certezza. L’unica certezza è che ci sarà un po’ di nuovo lavoro per gli avvocati. Che c’entri qualcosa col fatto che in Parlamento siedono 120 principi del foro che, per ciò che attiene alla loro categoria, si guardano bene dal parlare di liberalizzazione della professione?”
4 GENNAIO 2012
