
DA PARTE DEI COMUNI VENETI AGLI AMBULANTI.
IL PRESIDENTE DELLA FIVA ASCOM CONFCOMMERCIO, ILARIO SATTIN: “ATTENZIONE PERO’ A QUANTO PREVISTO NELLE ALTRE REGIONI”
Seppur nel pieno di una crisi che non ha lasciato indifferente nemmeno il commercio ambulante, arriva una buona notizia per gli operatori su area pubblica: dal 1° gennaio 2012 i comuni nel Veneto hanno facoltà di controllare il DURC (il famoso documento che attesta essere l’azienda in regola con i contributi), acquisendolo autonomamente in ossequio a quel processo di limitazione degli obblighi burocratici che è stata ribadito, anche su pressione della Fiva Ascom, da un provvedimento legislativo di metà novembre.
“Al massimo – spiega Ilario Sattin, presidente degli ambulanti dell’Ascom di Padova e presidente della Fiva Confcommercio regionale – potranno chiederci una dichiarazione sostitutiva”.
Il problema però è che, come avviene quasi sempre in Italia, difettiamo di chiarezza.
Così, se da un lato risulta pacifico che si estende e si impone alla Pubblica Amministrazione l’obbligo di acquisire d’ufficio tutte le informazioni relative a dati che sono già in possesso delle amministrazioni, comprese quelle relative alla regolarità contributiva, dall’altro la competenza regionale in materia di commercio (in questi giorni al centro dell’attenzione di tutto il settore per il contrasto che si è venuto a creare con gli effetti del “pacchetto Monti” in materia di liberalizzazioni), sembra minare le certezze.
“Purtroppo – aggiunge Sattin – non è il caso della Regione Veneto, ma qualche Regione ha introdotto, invece del semplice obbligo di presentazione del Durc, una procedura più ampia di verifica annuale dell’autorizzazione che prevede, oltre il Durc, anche una visura camerale e la presentazione della ricevuta del
modello Unico: in questo caso non sembra che queste due tipologie di adempimenti
possano rientrare nella ipotesi di esonero”.
Evidente, a questo punto, l’incertezza degli operatori ambulanti che, per definizione, si muovono in territori più ampi rispetto ai confini regionali.
“Fermo restando che va fatta attenzione a come ci si deve comportare in questa o in quella regione – conclude Sattin – è quantomeno curioso che in materia di liberalizzazioni lo Stato intenda porre la sua versione in aperto contrasto con il dettato costituzionale che vuole il commercio in capo alle Regioni e lasci invece alle stesse Regioni di andare in senso sparso per quanto riguarda il commercio ambulante. Posso e spero di sbagliarmi, ma sembra la prova provata che è in atto un attacco a 360 gradi nei confronti del piccolo commercio sia fisso che ambulante”.
16 gennaio 2012
IL PRESIDENTE DELLA FIVA ASCOM CONFCOMMERCIO, ILARIO SATTIN: “ATTENZIONE PERO’ A QUANTO PREVISTO NELLE ALTRE REGIONI”
Seppur nel pieno di una crisi che non ha lasciato indifferente nemmeno il commercio ambulante, arriva una buona notizia per gli operatori su area pubblica: dal 1° gennaio 2012 i comuni nel Veneto hanno facoltà di controllare il DURC (il famoso documento che attesta essere l’azienda in regola con i contributi), acquisendolo autonomamente in ossequio a quel processo di limitazione degli obblighi burocratici che è stata ribadito, anche su pressione della Fiva Ascom, da un provvedimento legislativo di metà novembre.
“Al massimo – spiega Ilario Sattin, presidente degli ambulanti dell’Ascom di Padova e presidente della Fiva Confcommercio regionale – potranno chiederci una dichiarazione sostitutiva”.
Il problema però è che, come avviene quasi sempre in Italia, difettiamo di chiarezza.
Così, se da un lato risulta pacifico che si estende e si impone alla Pubblica Amministrazione l’obbligo di acquisire d’ufficio tutte le informazioni relative a dati che sono già in possesso delle amministrazioni, comprese quelle relative alla regolarità contributiva, dall’altro la competenza regionale in materia di commercio (in questi giorni al centro dell’attenzione di tutto il settore per il contrasto che si è venuto a creare con gli effetti del “pacchetto Monti” in materia di liberalizzazioni), sembra minare le certezze.
“Purtroppo – aggiunge Sattin – non è il caso della Regione Veneto, ma qualche Regione ha introdotto, invece del semplice obbligo di presentazione del Durc, una procedura più ampia di verifica annuale dell’autorizzazione che prevede, oltre il Durc, anche una visura camerale e la presentazione della ricevuta del
modello Unico: in questo caso non sembra che queste due tipologie di adempimenti
possano rientrare nella ipotesi di esonero”.
Evidente, a questo punto, l’incertezza degli operatori ambulanti che, per definizione, si muovono in territori più ampi rispetto ai confini regionali.
“Fermo restando che va fatta attenzione a come ci si deve comportare in questa o in quella regione – conclude Sattin – è quantomeno curioso che in materia di liberalizzazioni lo Stato intenda porre la sua versione in aperto contrasto con il dettato costituzionale che vuole il commercio in capo alle Regioni e lasci invece alle stesse Regioni di andare in senso sparso per quanto riguarda il commercio ambulante. Posso e spero di sbagliarmi, ma sembra la prova provata che è in atto un attacco a 360 gradi nei confronti del piccolo commercio sia fisso che ambulante”.
16 gennaio 2012
