
MASSIMO GHIRALDO (ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “I CONCESSIONARI DOVRANNO CONCENTRARSI DI PIU’ SU USATO E POST VENDITA”
Un “anno horribilis”: anche a Padova il settore auto batte in testa anche se, rispetto alla media veneta del –20,25% registra un più contenuto –18,98%.
Perdono soprattutto le case di più antica tradizione, mentre guadagnano i nomi “nuovi” e la Land Rover (anche se, per tutti questi marchi in ascesa, va considerato che si tratta comunque di numeri contenuti).
Più in dettaglio: Fiat, Alfa e Lancia perdono infatti tra l’11 ed il 25%, mentre è la Ford, tra le marche con un gran numero di auto vendute nel tempo, a registrare un dato negativo piuttosto consistente oltre il -35%. Le tedesche (Bmw, Opel, Mercedes e Audi) lasciano sul campo tra l’11 ed il 23%, mentre cali più contenuti riguardano le francesi ad eccezione di Renault che perde poco più del 30%.
Bene invece, come si diceva, i marchi di più recente presenza sul nostro mercato: Kia fa registrare un +45,99%, Land Rover (che proprio recente non è) +23,50% e Dacia + 12,21%. Ma è soprattutto Hyundai a marcare l’avanzamento maggiore con un +51,68%.
Ad ogni modo, piccole performance che non limitano la pesante depressione delle vendite.
“Un calo importante – dichiara Massimo Ghiraldo, consigliere del Gruppo Concessionari d’auto di Ascom Confcommercio Padova – che sta pesando fortemente sul comparto e che ha già visto, nel Veneto, la chiusura di 70 concessionarie nell’arco di nemmeno 24 mesi”.
E le prospettive non sono rosee. Gli analisti prevedono infatti che questi volumi di vendite non subiranno modifiche sostanziali almeno fino al 2017.
“I mercati sono quasi fermi – ha continuato Ghiraldo – non solo a Padova o in Veneto ma in tutta Europa. Se vogliamo essere sinceri dobbiamo però anche dire che i numeri non ci spaventano. Erano stati previsti com’è previsto che le auto si cambieranno meno spesso imponendo a noi concessionari una maggiore attenzione sul business dell’usato e del post vendita, due settori che diventeranno i protagonisti dei prossimi anni”.
Tutto questo perché le auto durano di più, ma anche perché sono cambiati (e stanno cambiando repentinamente) gli stili di vita.
“Siamo passati dagli anni in cui le auto, grazie agli incentivi, si cambiavano a distanza di pochi anni – sottolinea il rappresentante padovano dell’Ascom Confcommercio - alla situazione attuale dove non si pensa di acquistare l’auto se non per la strettissima necessità”.
Senza contare le difficoltà economiche di gran parte del ceto medio (vale a dire dell’acquirente principale dell’auto in quanto tale) e l’incertezza sul futuro, alle quali si sommano i continui aumenti dei carburanti, dei pedaggi autostradali, delle tasse e delle assicurazioni. Va da sé, pertanto, che l’uso dell’automobile risulti sempre più limitato: ad esempio non si torna a casa per la pausa pranzo anche se si potrebbe e, in città, si rispolvera la bicicletta”.
Il che non è male, ma non aiuta certamente il settore auto a risalire la china.
PADOVA 21 GENNAIO 2013
