
VAROTTO (FIORISTI ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “I CONSUMATORI CHE COMPRANO AI SEMAFORI INGANNATI DUE VOLTE PERCHE’ FINISCONO PER PAGARE MOLTO CIO’ CHE VALE POCO”
E’ la “faccia gentile” del problema abusivismo, ma non per questo è meno subdola, per non dire pericolosa. Stiamo parlando dell’”abusivismo floreale”, ormai stabilmente insediato, quasi come esercizio in sede fissa, in moltissimi semafori della città e della provincia e che in questi giorni è ancora più massiccio in vista dell’8 marzo, festa della donna.
Una festa che ha trovato nelle mimose il proprio emblema e sono dunque le mimose quelle che l’infinita schiera di abusivi sta cominciando a proporre, e proporrà soprattutto il giorno 8, ad ogni incrocio.
“Il problema – dichiara Pierpaolo Varotto, vice presidente del Sindacato Fioristi dell’Ascom Confcommercio di Padova – è che i consumatori vengono doppiamente ingannati. In primo luogo perché credono di offrire un’occasione ad un malcapitato e non è così, ma anche perché finiscono per pagare molto qualcosa che vale oggettivamente poco”.
Vediamo di spiegare.
“Nella migliore delle ipotesi – continua Varotto – il venditore abusivo è funzionale ad una rete commerciale ben strutturata che opera in totale dispregio delle norme sia commerciali che fiscali; nella peggiore è invece il terminale di un’organizzazione che, come succede per i venditori abusivi di merce varia, ha addentellati con la malavita organizzata”.
“In altri termini – continua il vicepresidente dei fioristi padovani – l’abusivismo dilagante, oltre che colpire duramente il nostro comparto, finisce per danneggiare il consumatore che crede di fare del bene, non rendendosi conto, invece, che acquistando dagli abusivi alimenta le organizzazioni che ci sono dietro e che sono le responsabili di una sorta di schiavitù che si consuma ai danni di questi uomini che offrono i fiori agli angoli delle strade”.
Da qui l’appello di Varotto.
“In vista della festa della donna invitiamo i consumatori ad entrare nei nostri negozi. Troveranno un prodotto di qualità, che sicuramente durerà di più, ad un costo, documentato fiscalmente, che premia il rapporto qualità/prezzo e che ci consente di dare lavoro, regolare, a centinaia di persone”.
Insomma: anche la “battaglia delle mimose” è una dei tanti fronti che l’Ascom intende tenere aperti in quella che è una lotta senza quartiere all’abusivismo e alla contraffazione che, come ben viene indicato nel libro di Antonio Selvatici “Il libro nero della contraffazione” consente a numerosi cittadini stranieri di rimettere al proprio Paese d’origine il controvalore medio di circa mille euro mensili. Non sarà il caso di venditori di fiori che stazionano ai semafori, ma di chi li governa di sicuro.
Padova, 6 marzo 2013
