
MURI IMBRATTATI DAI WRITER: LA PROPOSTA DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO IN QUATTRO MOSSE.
BERTIN (PRESIDENTE PADOVA CITTA’): “REPRESSIONE DEI FALSI ARTISTI, OPPORTUNITA’ PER GLI ARTISTI VERI, COINVOLGIMENTO DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO E DEL COMUNE PER RIPULIRE I MURI COINVOLGENDO PERSONE NON OCCUPATE”
“Ok: salviamo pure il soldato Random, ma non facciamo di ogni writer un artista. Anzi, cominciamo a distinguere: chi imbratta per il solo gusto di sfregiare va perseguito e va perseguito per associazione a delinquere e danneggiamenti. Nel frattempo, vediamo di ridare alla città un minimo di decoro”.
Sullo spinoso tema dei “graffitari” Patrizio Bertin, vicepresidente provinciale vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova (ma anche presidente di Padova città), ha le idee chiare.
“A Milano – chiarisce Bertin – mi risulta che l’abbiano già fatto: sei ragazzi sono finiti sotto processo con l’accusa di associazione a delinquere e a Bologna la Confcommercio ha chiesto alle forze dell’ordine di fare altrettanto. Noi per Padova abbiamo un’idea che potremmo definire del “pugno di ferro nel guanto di velluto” perché punta a reprimere, ma offre anche un’alternativa, chiede di cancellare le brutture che riempiono le nostre vie e, per farlo, auspica che possa essere impiegato chi un lavoro non ce l’ha”.
Azione complessa che, per essere compresa, va segmentata.
“Innanzitutto – spiega il presidente cittadino dell’Ascom – ci vuole l’azione di repressione. Imbrattare un muro non significa essere, automaticamente, un artista. Secondo aspetto: agli artisti “veri”, cioè a quelli che hanno qualcosa da esprimere, l’Ascom offre la possibilità di realizzare un disegno originale firmato, di riprodurlo serigraficamente in un certo numero di copie e di venderlo nei negozi soci “girando” all’autore una royalty”.
Ma l’aspetto più significativo della proposta “multipla” dell’Ascom è quella con la quale la stessa associazione di categoria ha coinvolto la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per ottenere un finanziamento finalizzato alla ripulitura di un certo numero di muri cittadini.
“Alla Fondazione e al Comune – continua Bertin – abbiamo inviato una richiesta che è una sorta di appello: intervengano in favore della città partecipando fattivamente al progetto (magari con quei prodotti che garantiscono una pulizia duratura e che sono stati presentati recentemente dall’assessore Micalizzi), affidando i lavori di ripristino coinvolgendo persone non occupate che dovrebbero essere opportunamente formate”.
Insomma un’idea dalle molte sfaccettature e dal coinvolgimento molto ampio che punta a ridare una “presentabilità” alla città penalizzando solo chi intende il “graffito” come esercizio “contro”.
“A tal fine – conclude Bertin – in quella logica che ci sta vedendo coprotagonisti col comune di una valorizzazione di nuove vie dello shopping (Porciglia – Prato della Valle e piazza Mazzini – Duomo), il nostro ufficio studi ha avviato la raccolta di una documentazione fotografica di quanto e come i writer abbiano imbrattato mezza città offrendo un’idea di incuria che non è in linea con la nostra aspirazione a diventare sempre più città turistica di primo livello”.
Padova 9 luglio 2013
