
TASSA DI SOGGIORNO: GLI ALBERGHI A PADOVA SONO SOLO 54 MA ANCOR PIU’ DELLA TASSA IN SE STESSA (INIQUA) AGLI ALBERGATORI DELL’ASCOM E’ IL CARICO BUROCRATICO E AMMINISTRATIVO CHE LA RENDE INDIGESTA.
SORANZO (PADOVA HOTELS) “LA SITUAZIONE E’ GRAVISSIMA, STIAMO ATTINGENDO A RISORSE PERSONALI PER SALVARE LE ATTIVITA’, CI SI ATTENDE DALLE ISTITUZIONI UN DIALOGO MAGGIORE”
Intanto i numeri: gli alberghi di Padova solo “solo” 54 e di questi molti sono in regola con i versamenti relativi alla tassa di soggiorno.
“Una precisazione è doverosa – commenta Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom – non tanto perché noi si sia favorevoli alla tassa, quanto perché è bene distinguere tra attività ricettive (che possono essere le più varie) ed alberghi in senso stretto”.
Certo, nessuno si nasconde che spesso (ma malvolentieri) sia l’albergatore stesso a dover scucire la tassa (soprattutto quando si tratta di tour operator), ma il problema principe non sembra essere nemmeno questo.
“Sulle nostre attività – continua Soranzo – ha avuto un impatto molto più gravoso la gestione del tributo che non è per nulla semplice e per nulla facile”.
In effetti, esistono tante e tali esenzioni che gli alberghi hanno dovuto implementare il proprio apparato amministrativo.
Non solo. Il ricorso al Tar promosso, in primis, proprio dagli albergatori dell’Ascom, se da un lato non ha scalfito il concetto di tassa legittima, dall’altro ha stabilito con chiarezza che l’albergatore non è responsabile se il cliente non vuol pagare la tassa.
“Resta però a suo carico – continua la presidente degli albergatori dell’Ascom – l’onere di far firmare una dichiarazione “liberatoria” come resta a suo carico la verifica della titolarità dell’esenzione”.
In buona sostanza: un carico burocratico senza precedenti condito, peraltro, dalla disparità al momento in essere tra alberghi del comune di Padova e alberghi che non rientrano nei confini comunali.
“Noi rimaniamo convinti che sia una tassa assurda – aggiunge Soranzo – ma siamo ancora più convinti che se di tassa si deve parlare, almeno riguardi tutti indistintamente e sia di facile e semplice applicazione”.
Un po’ come dire: pesa di più il costo amministrativo che non la tassa in se stessa e non sono certo i 50 euro di multa quelli che possono modificare i comportamenti.
“Preoccupa molto di più – prosegue Soranzo – l’ingorgo di scadenze fiscali e contributive che vanno ad aggiungersi agli stipendi. La tassa, in questo senso, è la classica goccia che fa traboccare un vaso già molto pieno e che porta molti a riconsiderare il proprio futuro imprenditoriale. Per questo chiediamo all’assessore un incontro urgente in modo da valutare assieme alle categorie economiche interessate le opportune iniziative per rendere meno gravoso, sotto tutti i punti di vista, il balzello”.
“Considerato – ha concluso la leader di Padova Hotels – che la comunicazione con l’amministrazione comunale e le associazioni non manca ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità nell’avvisarci preventivamente che stavano “partendo” gli avvisi”.
“In un periodo di “vacche magre” ci si aspetta una maggiore collaborazione dalle istituzioni perché ci troviamo di fronte ad una grave crisi economica con il rischio chiusura di numerose attività, già ora i titolari degli alberghi per sopravvivere stanno attingendo a risorse economiche personali, in un paese civile e democratico come l’Italia non ci dovremmo trovare di fronte ad una situazione simile”.
Padova 9 luglio 2013
