IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, PATRIZIO BERTIN: “COSI’ LO “SBLOCCA-ITALIA” DEL GOVERNO NON SERVE A NULLA. DEVE INVESTIRE SU AREE IN GRADO DI RIMETTERSI IN MOTO. E PADOVA E’ TRA QUESTE”
Nonostante tutto si danno da fare. Sono gli imprenditori del Veneto che, stante la classifica del Sole 24 Ore, riprendono ad assumere: per cui se da un lato la disoccupazione è ai massimi storici, dall'altro arriva qualche timido segnale di ripresa. Sono infatti 62mila le assunzioni programmate delle quali 39mila non stagionali e per il 21% a tempo indeterminato.
A Padova, in particolare, si registra uno dei trend migliori rispetto al 2013 (+20%) e le imprese (addirittura) segnalano difficoltà nel settore chimico, farmaceutico e della plastica, dove circa un quarto dei profili è arduo da trovare. Difficoltà abbastanza marcate (superiori al 20%) sono attese anche nelle costruzioni, nelle industrie del legno, in quelle elettriche e nell'Ict.
Tutto questo pur in presenza di un dato che, se confermato, getterebbe la croce addosso al comune capoluogo che, secondo l’indagine Openpolis risulterebbe al 102° posto (su 110) tra le amministrazioni “buone pagatrici”.
“Evidentemente la nostra non sarebbe per nulla “buona pagatrice” – commenta Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – ed in un certo senso non farebbe altro che avvicinarci alle province del sud, il che confermerebbe certi dubbi che la ricerca compiuta da noi in collaborazione con Format segnalava nei mesi scorsi a proposito di una certa “vischiosità” del credito e, in parallelo, delle sofferenze, oltre che ritardi nei pagamenti tra aziende molto elevati”.
Resta comunque il dato positivo del trend delle assunzioni che l’Ascom attribuisce anche al recente accordo territoriale sulla decontribuzione degli straordinari e che, favorendo le aziende dal punto di vista contributivo, rende meno pesante a Padova il costo del lavoro.
“Tutto questo – aggiunge il presidente dell’Ascom – non fa altro che confermare le scelte sbagliate da parte del governo che nei provvedimenti che vanno sotto il nome “Sblocca-Italia” ha continuato a destinare i fondi “a pioggia” secondo logiche antiche. Noi invece (ed i dati in questo senso ci confortano) diciamo che lo sforzo massimo deve essere compiuto nei confronti di quelle realtà che sono in grado di mettersi rapidamente e proficuamente in moto. Una volta che queste (e Padova è tra queste) si saranno rimesse a produrre Pil, sarà più facile trainare anche il resto del Paese”.
Padova 1° settembre 2014
