BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “FORMIGONI NON SI SMENTISCE: INVASIONE DI CAMPO DEGNA DI UN “DASPO” CHE PRELUDE AL FAR WEST”
Ci mancava solo questa!
Se la Commissione Agricoltura del Senato darà il via libera in settimana all'emendamento presentato dal relatore Roberto Formigoni al collegato per la semplificazione e la competitività del settore agricolo, gli imprenditori agricoli e ittici potranno vendere direttamente i loro prodotti sulle aree private su tutto il territorio nazionale e senza limiti quantitativi con una semplice comunicazione al sindaco (facendo salva però la possibilità per i Comuni di stabilire in maniera diversa).
"Il buon Formigoni non si smentisce – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – e, sinceramente, non capisco perchè in un provvedimento di legge che dovrebbe riguardare argomenti essenziali per lo sviluppo del settore agricolo, si discuta della possibilità per gli agricoltori di fare il mestiere dei commercianti, peraltro al di fuori delle regole del commercio e della tutela dei consumatori”.
Già in lotta sul fronte dei “farmer’s market”, cioè dei cosiddetti mercati ”a km zero” (peraltro alla ribalta anche nelle scorse settimane per via di un agricoltore che vendeva come merce propria quella comprata ai magazzini generali), all’Ascom di Padova guardano all’ipotesi di avallare per legge ulteriori estensioni della vendita diretta da parte degli agricoltori come ad un’invasione di campo degna di un “daspo” che prelude al Far West”.
“In un provvedimento del genere – continua Bertin – non ravviso alcuna valorizzazione dei prodotti agricoli, ma solo una ingiustificata disparità di trattamento e un grave pregiudizio tra categorie imprenditoriali".
E aggiunge:
“Se mai questa assurda proposta fosse approvata andrebbe a farsi benedire il sistema distributivo che si basa su regole certe e che devono valere indistintamente per tutti e, visto che di imposta sulle vendite degli agricoltori non ci sarebbe traccia, non vorrei che, per recuperare il mancato gettito, si finisse per gravare ancora più di tasse il nostro comparto”.
Già oggi gli agricoltori godono di una serie di importanti vantaggi competitivi nell'esercizio, di fatto, di una vera e propria attività di intermediazione commerciale, potendo vendere anche prodotti non di propria produzione, senza alcun controllo e adeguata garanzia dei consumatori.
“Perché – si chiede Bertin – prevedere di vendere su qualsiasi "area privata", senza alcun tipo di programmazione e controllo, e a prescindere da ogni collegamento territoriale tra luogo di produzione e di vendita?".
E conclude:
"Ognuno ha il diritto di avviare un’attività commerciale a patto che rispetti e accetti le regole del commercio senza scorciatoie o condizioni di miglior favore. Non è accettabile che un sistema produttivo ne danneggi un altro e non è logico che la politica, che tutto potrebbe fare per il bene del Paese, si impegni invece a proporre idee assurde e prive di ogni fondamento etico, giuridico ed economico".
Padova 4 dicembre 2014