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REGISTRAZIONE DEI VEICOLI DI CUI NON SI E' INTESTATARI

DA LUNEDI’ PROSSIMO, 3 NOVEMBRE, OBBLIGO DI REGISTRAZIONE ALLA MOTORIZZAZIONE DEL NOME DI CHI DISPONE DI UN VEICOLO PER PIU’ DI 30 GIORNI PUR NON ESSENDONE INTESTATARIO.
BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “OBBLIGO ASTRUSO E INUTILE VISTO CHE I COMODATI SONO REGISTRATI. E POI PERCHE’ NON SI CONTROLLANO TELEMATICAMENTE LE AUTO SENZA ASSICURAZIONE O NON REVISIONATE?”
E CHIEDE NON SOLO IL RINVIO MA LA SOPPRESSIONE DEL NUOVO OBBLIGO
La storia si ripete.
“Sinceramente non so a cosa servano i sistemi informatici dello Stato se per una qualsiasi comunicazione di cui l’amministrazione è in possesso, si è costretti a riprodurre documenti pena sanzioni stratosferiche”.
Il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, ha nel mirino il provvedimento che, da lunedì prossimo, 3 novembre, obbliga alla registrazione alla Motorizzazione e all’annotazione sulla carta di circolazione il nome del soggetto che dispone del veicolo per più di 30 giorni, pur non essendone intestatario.
“A parte il fatto che non è assolutamente chiaro se il provvedimento avrà o meno valenza retroattiva – continua il presidente dell’Ascom – il provvedimento sembra essere la cartina di tornasole dell’autoalimentazione della burocrazia, del modo con cui lo Stato fa cassa e, soprattutto, della conferma che siamo tutti sudditi e non cittadini”.
Ma vediamo di andare con ordine. Dunque, da lunedì 3 novembre, chi, privato, ha dato in comodato la propria vettura anche ad un familiare non convivente o, azienda, l’ha destinata, sempre in comodato, per un periodo superiore a 30 giorni, deve sottoporsi alla forca caudina della registrazione e dell’annotazione. Costo: 25 euro di bolli e diritti.

“Il bello, anzi, il brutto – continua Bertin – è che i comodati sono molto spesso atti pubblici registrati. Mi si spiega dunque perché, se lo Stato ha bisogno di sapere chi esattamente è in possesso del veicolo, non si passa le informazioni da un ufficio ad un altro e viene invece a rompere le scatole ai cittadini che di problemi ne hanno almeno altri mille?”
Domanda legittima, soprattutto se si pensa che la legge che istituisce il provvedimento è del 22 novembre del 2011 ed è in vigore dal 7 dicembre 2012. Questo non toglie che per realizzare le “procedure informatiche indispensabili” ci siano voluti la bellezza (si fa sempre per dire) di due o tre anni a seconda che si scelga la data di pubblicazione della legge o dell’entrata in vigore.
“La verità – continua Bertin – è che la nostra condizione di sudditi non ci consente nemmeno di indignarci (ma noi lo facciamo lo stesso!) per un provvedimento che, pur con una prima circolare esplicativa di 47 pagine seguita, non più tardi di martedì, da una di ulteriori 18 pagine, non riesce a dirimere il dubbio se vale o meno la retroattività ed anzi, nel sottolineare che le procedure “saranno concretamente operative a partire dal 3 novembre 2014” quasi si rammarica del fatto che fino alla “predetta data resta ferma l’impossibilità di concreta applicazione delle sanzioni previste” che, per la cronaca, ammontano alla cifra iperbolica di 705 euro alla quale deve aggiungersi anche il ritiro della carta di circolazione”.
Insomma, un delirio di onnipotenza dell’amministrazione pubblica.
“A dire il vero – conclude il presidente dell’Ascom – se si esclude la necessità dello Stato di fare sempre e comunque cassa, non si capisce nemmeno quale sia la “ratio” dell’idea balzana dal momento che, se le motivazioni afferiscono alla necessità di evitare abusi in materia di circolazione stradale, perché si continua a procrastinare nel tempo l’entrata in vigore del controllo telematico del pagamento del premio di assicurazione o della revisione del veicolo? Detto questo mi sento di chiedere non tanto un differimento dei termini quanto piuttosto un’abolizione “tout court” di una norma che fa solo confusione, crea difficoltà ai cittadini e non aiuta per niente nella ricerca di responsabili di eventuali infrazioni e/o reati commessi visto che non sono certo le auto delle imprese o quelle di genitori che danno l’uso dell’auto al figlio non convivente quelle che poi diventano irrintracciabili”.

 

PADOVA 30 OTTOBRE 2014