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SEQUESTRI CINESI

IL PRESIDENTE DEL CENTRO GROSSISTI, ALBERTO FERRO: “I CINESI IMPORTANO SENZA PAGARE LE TASSE E DISTRUGGONO IL NOSTRO COMMERCIO”. TESSUTI A METRO: A PADOVA IMPRESE ALL’INGROSSO RIDOTTE DA OTTO A UNA
Seimila articoli di vestiario sequestrati a Padova al centro Cina di corso Stati Uniti nei giorni scorsi per l’azione congiunta di Polizia municipale e Camera di Commercio mentre mercoledì è arrivata a compimento l’indagine della Guardia di Finanza di Prato che ha scoperto come migliaia di tonnellate di tessuto di contrabbando arrivavano dalla Cina, attraverso il porto di Genova, per poi essere utilizzate da aziende di pronto moda gestite da orientali a Prato. Il tutto senza che sulla merce venisse pagata l’Iva. Risultato: arresti e sequestri.
“Due buone notizie – commenta Alberto Ferro, presidente del Centro Grossisti di via Portogallo a Padova – nel mare magnum di notizie negative che riguardano l’importazione di prodotti dalla Cina e la commercializzazione sul nostro territorio”.
Una lotta quasi impari, nonostante la denuncia reiterata dell’Ascom Confcommercio e l’impegno assiduo della Guardia di Finanza e, più in generale, delle forze dell’ordine, che purtroppo non riescono a contrastare un fenomeno che, nel corso di questi anni, ha assottigliato il comparto del commercio di tessuti a metro portando gli esercizi all’ingrosso padovani da otto che erano a quello unico dello stesso Ferro.
“Il problema – aggiunge il presidente del Centro Grossisti che sottolinea “quello regolare” – è che noi operatori italiani rischiamo di finire “cornuti e mazziati” col rischio di venire persino derisi da chi, operatore orientale, by-passa le nostre leggi con una facilità a dir poco disarmante”.
Il risultato è che mentre l’operatore italiano sdogana la merce pagando sull’unghia il 22% di Iva e l’8% di dogana, l’operatore cinese sfrutta i porti di altri Paesi comunitari (Grecia, Olanda, ecc.) oppure, come nel caso dell’indagine pratese, attraverso la creazione di società fittizie, elude il pagamento dell’Iva anche con la produzione di documenti e fatture che vengono immediatamente distrutte.
“Contro questo stato di cose che mina nel profondo il nostro sistema economico – conclude il presidente Ferro – la sola arma di cui disponiamo è l’intensificazione dei controlli. Le azioni di contrasto dei diversi organi preposti e soprattutto della Guardia di Finanza sono per noi altrettante boccate di ossigeno. Pur comprendendo le difficoltà oggettive, mi permetto di auspicare, in corso Stati Uniti, un controllo costante, magari con un coordinamento interforze. Credo infatti che un’auto delle Fiamme Gialle davanti agli esercizi all’ingrosso cinesi avrebbe un effetto deterrente e di prevenzione dai risultati sorprendenti.

 

PADOVA 7 APRILE 2014