I SALDI? PER L’ASCOM BILANCIO NON SODDISFACENTE, MA SAREBBE STATO PEGGIO SENZA LE INIZIATIVE SUL TERRITORIO
Ufficialmente finiranno a fine mese.
“Ma i bilanci possiamo già trarli anche se siamo solo alla prima settimana di agosto”.
All’Ascom di Padova non si smentiscono. Già all’avvio dei saldi, lo scorso 4 luglio, l’associazione di categoria, per bocca sia del suo presidente Patrizio Bertin che per quella del suo omologo di Federmoda Padova, Franco Pasqualetti, aveva detto, papale papale, che visto che “la grande distribuzione e le catene stanno martellando i consumatori di messaggini con sconti applicati ben prima del 4 luglio e considerato che nessuno è in grado di far rispettare le regole, è meglio se i saldi li aboliamo”.
Evidentemente una provocazione, ma nemmeno poi così astrusa.
“Il problema – spiega il presidente Bertin – è che in questi ultimi anni abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto: catene che per superare i limiti imposti dalla legge annunciano la “chiusura definitiva” salvo poi continuare regolarmente l’attività. Gruppi che inviano sms anche un mese prima dell’avvio regolamentato mettendo così in difficoltà i negozi tradizionali che, ovviamente, non dispongono né dei numeri né delle strutture dei più grandi”.
Ebbene, tutto questo ha finito per incidere sui saldi che veleggiano stancamente verso la fine del periodo.
“La verità è che i saldi – aggiunge il presidente dell’Ascom – durano 48 ore. Nei primi due giorni i media “spingono” la notizia e la gente compra. Poi si procede secondo la logica di tutti i giorni che è fatta di “vendite promozionali”, di “rinnovo locali”, di “settimana del …”, ecc. Risultato: calma piatta con negozi che registrano un movimento positivo ed altri meno e con l’impressione generale che le cose, fatte le dovute somme algebriche, non siano andate benissimo con le famiglie che hanno speso meno e con i negozi che hanno continuato ad alzare il livello dello sconto pur di liberare lo scaffale”.
Sicuramente meglio sono andate le iniziative che hanno visto non solo Padova ma anche molte località della provincia proporre serate settimanali con i negozi aperti e un caleidoscopio di “notti” tutte improntate a combinare lo shopping con l’animazione.
“Ma questo – continua il presidente Bertin – è puro marketing che noi abbiamo promosso e sul quale abbiamo scommesso non solo “inventando” per Padova la “Notte dei Colori”, andata in scena la prima volta lo scorso anno e, per la seconda edizione, lo scorso 17 luglio, ma anche sostenendo le iniziative locali che, con ogni evidenza, sono quelle che hanno consentito di limitare i danni. In altre parole: non avessimo operato sulla leva del marketing saremmo qui a leccarci ben altre ferite”.
Una filosofia, quella di Bertin, che la dice lunga sulla necessità di cambiare registro.
“I fattori che determinano una sofferenza dei saldi sono molteplici – continua il presidente – ma, senza dimenticare che alla base ci sono consumi ridotti all’osso, va detto che a forza di anticiparli i saldi hanno perso anche buona parte del loro appeal. Dovrebbero essere “di fine stagione” (la qual cosa, forse, ne ridarebbe spessore), ma ormai sono “di stagione” se non , addirittura “di inizio stagione”. Senza contare poi che esiste anche l’e-commerce … “
Saldi dunque strumento obsoleto?
“Per come sono normati adesso – conclude Bertin – direi proprio di sì. Ripeto: restano una buona idea di marketing per le prime 48 ore poi perdono della loro efficacia. Per questo dobbiamo insistere sulle iniziative che, al di là delle offerte vantaggiose in termini di prezzi, offrono un’occasione di ritrovo, di svago e, anche, di acquisto”.
Come la “Notte dei Colori” e più ancora come il “Black Friday” che, nel terzo week end di novembre, richiama a Padova decine di migliaia di persone per tre ore di sconti ma, soprattutto, per tre ore di una città completamente diversa.
Padova agosto 2015