CENTRO COMMERCIALE DI ABANO TERME: L’ASCOM SPERA DI POTER AVERE DALLA SUA PARTE IL TAR, LA SOVRINTENDENZA E, SOPRATTUTTO, LA REGIONE
Non possono sperare che finisca come a Due Carrare dove la crisi ha convinto gli investitori a battere in ritirata. Ma all’Ascom non disperano nemmeno per Abano anche se l’ultima alienazione dell’area ex acquedotto fatta dal Comune sembra il preludio per un finale in senso diametralmente opposto.
“Diciamo che la pervicacia dell’amministrazione nel perseguire l’obiettivo – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin - è inversamente proporzionale alle promesse fatte in campagna elettorale. Ad ogni buon conto noi abbiamo ancora qualche opzione e vedremo dunque di sfruttare al massimo ogni argomento che ci consenta, come risultato massimo, di impedire la nascita della nuova grande struttura, ma come risultato minimo anche un significativo rallentamento dell’avanzamento dei lavori”.
Le opzioni sono sul tavolo a partire da quel ricorso al Tar che non ha ancora registrato la pronuncia del tribunale amministrativo ma che potrebbe risultare decisivo anche per le valutazioni degli investitori.
“Noi rimaniamo convinti – aggiunge il presidente mandamentale dell’Ascom, Michele Ghiraldo – che qualche passaggio non sia esente da rilievi. In secondo luogo speriamo sempre che la Sovrintendenza abbia qualcosa da obiettare circa il fatto che si costruisce un mega scatolone a due passi da una villa storica qual è Villa Mainardi. In terza istanza direi che c’è una Regione che, oltre che aver approvato una norma che limita la possibilità di edificare nuovi centri commerciali in aree che non siano di recupero urbanistico, per bocca del presidente Zaia abbia anche detto che è tempo di smetterla con l’edificazione selvaggia che è foriera di nuovi disastri ambientali. Ecco: noi speriamo che almeno una di queste istituzioni possa venire in aiuto non dico ai commercianti (che dalla nascita del nuovo centro commerciale ne avrebbero sicuramente un danno), ma anche all’intera realtà termale che di tutto ha bisogno fuorchè di nuovo cemento”.
“Il turista che giunge alle Terme Euganee – ricorda il presidente Bertin – non credo si sobbarchi centinaia di chilometri per infilarsi in un centro commerciale. Il suo desiderio, per contro, credo sia quello di poter usufruire di cure, relax, cultura e di un ambiente il più possibile integro. La logica dei centri commerciali va nel senso esattamente opposto ed è significativo che come a Due Carrare non ci fosse rispetto per il Castello del Catajo, ad Abano non ci sia per Villa Mainardi. Edifici che sono la nostra storia e di cui abbiamo tutto il diritto di andare fieri. Non credo che altrettanto potranno fare i nostri nipoti sia perché un centro commerciale ha ben poco di artistico, ma anche, e soprattutto perché, le notizie di chiusure di grandi store sono oggi all’ordine del giorno. Vale la pena realizzarne di nuovi?”
Padova 12 ottobre 2015