ALL’ASCOM ATTENDONO IL SISTEMA BANCARIO ALLA PROVA DEI FATTI.
IL PRESIDENTE BERTIN: “SCOTTATI GIA’ NEL RECENTE PASSATO”
E venne l’ora, accanto alla possibilità di utilizzare il contante fino a 3000 euro, anche del caffè pagato col bancomat.
La legge di stabilità, accanto al superamento delle forche caudine dei 1000 euro, ha infatti introdotto anche per micro-importi, come il caffè al bar o il giornale all’edicola, la possibilità di utilizzare la carta di credito o il bancomat, fatti salvi “i casi di oggettiva impossibilità tecnica”.
“Sul superamento dello sbarramento a mille euro all’uso dei contanti – conferma il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – siamo assolutamente favorevoli. Come abbiamo più volte specificato in passato la nostra non è mai stata una battaglia contro la modernità o contro la tracciabilità delle transazioni, ma la semplice constatazione che erano molte e diversificate le occasioni che mettevano i nostri commercianti di fronte al dilemma: perdere la vendita o cercare, in qualche modo, di aggirare la norma?”
Un problema amplificato dal fatto che in molti Paesi dell’Unione i limiti sono molto meno restrittivi se non addirittura praticamente assenti.
Ma se sul contante c’è piena condivisione delle scelte governative confermate dal Parlamento, sull’uso di bancomat e carte di credito “no limits” all’Ascom sollevano dubbi.
“La legge – spiegano negli uffici dell’Associazione – sostiene che per abbassare le commissioni dei pagamenti sotto i 5 euro è prevista l’applicazione del regolamento Ue, licenziato a Bruxelles nei giorni scorsi, entro il primo febbraio. A parte dunque le tempistiche diverse, il pregresso consiglia cautela”.
Il riferimento è ad un analogo intervento del governo Monti volto a favorire l’uso della moneta elettronica al distributore di carburante. Avrebbe dovuto essere gratis sotto i 100 euro, ma i gestori hanno continuato a pagare le commissioni bancarie.
“Il problema – continua Bertin – è che le banche non sembrano molto in sintonia con le intenzioni del governo e, contento se sarò smentito, temo che la questione non si dirimerà molto facilmente. Soprattutto perché la realtà che possiamo toccare con mano ogni giorno è ben diversa”.
E qui il presidente dell’Ascom fa riferimento alle segnalazioni di molti commercianti che si trovano ad affrontare le sempre più numerose transazioni di carte di credito, consegnate dalle banche come bancomat dotate di pin ma effettivamente operative nei soli circuiti Mastercard o Visa e quindi con commissioni molto onerose. A giudicare dalle segnalazioni giunte agli uffici di piazza Bardella, con la scusa di una maggiore sicurezza per il cliente, molte persone anziane, convinte di avere a che fare solo ed esclusivamente con carte bancomat, usano le carte di credito mettendo il commerciante nella scomoda situazione di dover negare transazioni di pochi euro perché gravate da costi bancari non sostenibili.
Preoccupazioni che svaniranno? Forse sì e forse no. Molto dipenderà da come il sistema bancario interpreterà i tetti unici alle commissioni interbancarie. In altri termini: non è detto che i commercianti pagheranno meno.
Il nuovo regolamento europeo fissa infatti dei tetti massimi sulle commissioni che le banche devono riconoscere ai circuiti delle carte: 0,2 per cento per i bancomat e 0,3 per cento per la quasi totalità delle carte di credito. Restano comunque fuori dal provvedimento le carte American Express e Diners, che potranno continuare ad applicare le loro commissioni (generalmente più alte).
Come decisamente più alte sono le commissioni attualmente in essere. Una rilevazione a livello nazionale ha infatti verificato che la media delle commissioni per l’esercente è pari all’1,29% per il Pos e al 2% per le carte di credito.
Insomma, una bella partita. Giustificata dal volume attuale (e soprattutto futuro) dei pagamenti elettronici. Su 100 miliardi di transazioni in Europa nel 2013, il 43,5% è stato effettuato mediante 760 milioni di carte di pagamento in circolazione, che sono circa 1,5 per abitante (43,5 miliardi di euro). Per quanto riguarda le altre operazioni, il 26,5% avviene tramite bonifici bancari (26,5 miliardi), il 24% con bancomat o carte prepagate (24 miliardi), il 4% tramite assegni (4 miliardi) e il 2% tramite moneta digitale (2 miliardi).
Era il 2013. All’inizio del 2016 i numeri hanno sicuramente subito un incremento.
PADOVA 5 GENNAIO 2016