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CAMBIARE LE CALDAIE A GASOLIO CONTRO LE POLVERI SOTTILI

DALLA LEGGE DI STABILITA' ARRIVA UN INCENTIVO IMPORTANTE.

GIORGIO CAMBRUZZI (PRESIDENTE AMMINISTRATORI CONDOMINIALI ANACI - ASCOM): "PIU' UN PROBLEMA DEGLI EDIFICI PUBBLICI CHE NON DEI CONDOMINI"

Magari adesso, con l'arrivo del maltempo, il problema delle polveri sottili tornerà (come troppo spesso accade) in secondo piano. Le auto continueranno a circolare e le caldaie a bruciare gasolio. Ma un bel taglio a queste ultime potrebbe arrivare dalla nuova agevolazione della legge di Stabilità che convincendo i condòmini incerti a cambiare la caldaia, oltre che realizzare un bel risparmio avrebbe anche il pregio di abbattere l’inquinamento delle città.
Nella legge di Stabilità 2016, infatti, ha trovato posto una disposizione che potrebbe risolvere un problema di fondo: quello che in tanti condomini abitati da inquilini-pensionati "non capienti" (cioè che hanno un basso reddito e dunque non possono sfruttare l'abbattimento fiscale del 65% confermato anche per il 2016) è difficile apportare le migliorie connesse alla sparizione delle vecchie caldaie a gasolio perché tali migliorie vengono vissute solo come costi.
La svolta, come si diceva, potrebbe arrivare dalla norma che prevede che per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, i soggetti cui spetterebbe la detrazione "possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato i predetti interventi".
In pratica, lo sconto fiscale verrebbe trasferito all'installatore che, per contro, sconterebbe la cifra ai condomini.
Il condizionale comunque resta d'obbligo se non altro perché non è ancora chiara una cosa che appare fondamentale: sconto subito da parte dell'installatore e per quest'ultimo detrazione diluita nei dieci anni di legge? Difficile. A chiarire l'arcano sarà un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate da emanarsi entro il 1° marzo.
Quel che è sicuro è che comunque una norma non può fare tutto. Il problema, semmai, è che non sempre è facile cambiare l'impianto di riscaldamento da gasolio a gas.
Ne è convinto, per essere un professionista di lungo corso, Giorgio Cambruzzi, presidente degli amministratori condominiali dell'Anaci, l'organizzazione di settore recentemente affiliata all'Ascom di Padova.
"Questioni strutturali - spiega Cambruzzi - ma anche normative spesso si frappongono anche alle più buone intenzioni. L'Unione Europea, ad esempio, ha stabilito che anche chi possiede il riscaldamento autonomo nel proprio appartamento è tenuto a contribuire, per il 30 per cento, al costo globale del condominio. Risultato: quasi più nessuno è interessato a farlo".
E questo è sicuramente un danno per l'ambiente visto che il gasolio è il combustibile che inquina di più. Infatti, mentre il metano produce 0,2 Pm10/grammo (quanto il Gpl), il gasolio arriva a 30 (quanto le stufe a pellet più innovative). Non solo: il gasolio, a parità di calorie prodotte, costa il doppio del gas.
Nel frattempo però, a Padova città e pure in provincia non si sta con le mani in mano.

"Il Comune capoluogo - sottolinea il presidente degli amministratori condominiali Anaci-Ascom - ha previsto 50mila euro ad esaurimento per incentivi all'installazione di caldaie a condensazione ed ulteriori 20mila euro per effettuare i lavori di manutenzione nelle abitazioni dei meno abbienti. A mio giudizio due interventi positivi che vanno nella direzione di modernizzare e rendere efficiente un capitale impianti che, ripeto, ha però soprattutto il suo lato debole negli edifici pubblici. Con l'esclusione lodevole proprio di Palazzo Moroni che qualche anno fa ha riconvertito il proprio impianto da gasolio a gas metano".
Dunque servono interventi strutturali.
"Anche perché - conclude Cambruzzi - i provvedimenti del tipo "solo 12 ore di riscaldamento al posto di 14" o "20 gradi massimi" sono come le grida manzoniane visto che il Veneto non si è dotato degli strumenti legislativi previsti per poter effettuare i controlli".
Verrebbe quasi da dire che non ci resta che sperare nella pioggia. Possibilmente leggera altrimenti si apre il capitolo del dissesto idrogeologico.

 

PADOVA 1° GENNAIO 2016