
LA STRETTA DELLA BCE SI FA SENTIRE ANCHE SULLE IMPRESE: PER CONCEDERE UN PRESTITO INTERESSERA’ SEMPRE MENO IL REDDITO E SEMPRE PIU’ LA LIQUIDITA’.
PER L’ASCOM DECISIVO IL RUOLO DEI CONFIDI.
“NOI CON FIDI IMPRESA TURISMO VENETO TRA I MAGGIORI PROTAGONISTI SU SCALA LOCALE”
Ma il controllo della Banca Centrale Europea sulle banche nazionali in che modo modificherà il rapporto tra istituti di credito ed imprese?
“L’impressione – dichiara il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – è che si guardi a Francoforte come ad un’istituzione distante e che interessa solo il premier Renzi ed il ministro Padoan. La realtà, invece, è che avrà effetti sulla gestione quotidiana delle nostre imprese”.
Tema dunque da non trascurare ed è ciò che sta facendo Fidi Impresa e Turismo Veneto, il nuovo organismo di Confcommercio nato dall’unificazione tra Terfidi Veneto (che faceva capo alle Ascom di Padova, Vicenza e Treviso) e Fidi Impresa che già comprendeva le cooperative di garanzia delle province di Belluno e Venezia e che ora opera su scala regionale con l’obiettivo di favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese del comparto del commercio, del turismo e dei servizi. Ma non solo.
“Alla luce di quanto stabilito dalla BCE – aggiunge il direttore generale dell’Ascom, Federico Barbierato – il ruolo del nostro confidi, che oggi risulta uno dei più strutturati e patrimonializzati del Veneto, operante nell’ambito dell’ex art. 107, vale a dire i confidi controllati da Bankitalia, è quello di assistere le imprese e far loro sapere cosa oggi richiedono le banche per concedere un prestito”.
In realtà ciò che sta emergendo è una sorta di “rivoluzione copernicana” sul modo di valutare, da parte delle banche, l’affidabilità delle imprese.
Proviamo ad entrare più nel merito.
“E’ notorio – spiega Barbierato – che le banche hanno sempre prestato attenzione alla redditività delle imprese. Certamente continuerà ad essere un parametro di valutazione, ma per la BCE non è già oggi quello principale. Molta più attenzione da parte dell’istituzione presieduta da Mario Draghi viene infatti assegnata ai flussi di cassa, ovvero alla liquidità dell’impresa”.
Semplificando, si potrebbe dire che non è tanto il reddito quello che conta (e che magari può prestarsi a qualche “alchimia” contabile, come quella di operare sul magazzino per far apparire un reddito maggiore) ma la capacità di poter pagare le rate.
“E sulla liquidità – continua il direttore dell’Ascom – c’è poco da fare: quella è e quella sarà la base sulla quale la BCE chiederà alle banche europee conto dei prestiti concessi”.
Una prospettiva che cambia completamente anche i business plan delle imprese che saranno chiamate a fare i conti anche con una restrizione della tempistica circa i cosiddetti “cattivi pagatori”: un tempo dovevano passare 180 giorni per essere inseriti tra i “cattivi”, oggi lo si è già dopo 90 se non si è provveduto ad onorare gli impegni.
Dunque: sempre più difficile anche perché su dieci imprese ben otto si finanziano per far fronte alla liquidità e solo due per investire.
Obbligatorio, a questo punto, affidarsi a chi può interloquire con competenza col sistema bancario.
“E noi – chiosa Barbierato – con 17 mila soci, 60 milioni di euro di patrimonio, garanzie in essere ed impegni pari a 230 milioni e oltre 10 mila linee di credito per 565 milioni di controvalore siamo senz’altro uno degli attori principali nel panorama regionale”.
Padova, 3 marzo 2016
