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L'ASCOM ACCUSA: I NUOVI VOUCHER SONO INUTILIZZABILI PER LE IMPRESE

L'ACCUSA DELL'ASCOM CHE SI TROVA A DOVER DIRE TANTI "NO" AGLI ASSOCIATI IMPRENDITORI ALLE PRESE CON UNA NORMA IPERBUROCRATICA CHE FAVORIRA' IL RITORNO AL NERO
Senza girarci tanto attorno: i nuovi voucher sono inutilizzabili.
"Magari quelli abrogati dal governo Gentiloni - commenta un deluso Patrizio Bertin, presidente dell'Ascom Padova - non erano il massimo ma avevano un formidabile pregio: non erano ingabbiati dalla burocrazia. Si potrà obiettare che più di qualcuno ne aveva approfittato, ma tantissimi li avevano utilizzati correttamente, compresi sindacati dei lavoratori, enti pubblici ed istituzioni. Adesso quelli che li usavano male hanno già provveduto a tornare al nero, quelli che li utilizzavano bene non sanno più che pesci pigliare".
Bisognerebbe aggiornare il vocabolario. Alla voce "voucher" andrebbe aggiunta questa definizione: "cartina di tornasole di una politica che, invece di risolvere i problemi, li complica".
Un governo pavido, per evitare di perdere il referendum indetto dalla Cgil ha prima cancellato e poi reintrodotto un surrogato di voucher con esiti che definire disastrosi è da incalliti buonisti.
"Sinceramente - continua Bertin - alle imprese che da ieri mattina stanno chiedendo lumi ai nostri uffici diamo solo brutte notizie perchè siamo costretti a dire tanti "no". I nuovi voucher, tra gli altri "divieti di utilizzo", non possono essere impiegati dalle imprese con più di cinque dipendenti ed in un paese che vuol fare del turismo uno dei suoi punti di forza, non credo sia difficile trovare un ristorante o un albergo con più di cinque dipendenti, che abbia un picco di attività per qualche mese l’anno".
Sembra che in Parlamento e all'Inps si siano impegnati parecchio per rendere il tutto semplicemente impossibile.

Tanto per gradire: imprese e famiglie sono tenute a registrarsi preventivamente su una apposita piattaforma gestita dall’istituto previdenziale e ogni volta che pensano di impiegare un lavoratore dovranno darne comunicazione preventiva (le imprese) o successiva (le famiglie).
"L'idea che ci siamo fatti - aggiunge il presidente dell'Ascom - è che non si voglia che i voucher vengano utilizzati e se qualcuno avrà l'ardire di farlo dovrà vedersela con interpretazioni che più cervellotiche non potrebbero essere".

E' il caso dei cinque dipendenti. Per stabilire se l’azienda ha più o meno di cinque dipendenti non è sufficiente guardare al libro paga e contarli. Bisogna inerpicarsi in un meccanismo molto complesso che fa riferimento alla media dei lavoratori assunti nel periodo tra i tre e gli otto mesi precedenti, con l’aggiunta di ulteriori complicazioni per categorie particolari come i dipendenti part-time o gli apprendisti: un trionfo!
Difficile quindi, per non dire impossibile, che si arrivi al loro utilizzo.
"Ma anche quando - analizza Bertin - con spirito "tafazziano", qualche imprenditore riterrà di poterli utilizzare, non mancherà di trovarsi di fronte al fastidio del lavoratore che, differentemente da quanto faceva fino a qualche mese fa quando gli era sufficiente andare in tabaccheria per ritirare il proprio compenso, adesso dovrà attendere che a liquidarlo sia l'Inps".
Conclusioni: sulla pelle di lavoratori, famiglie e imprese si è giocata l'ennesima battaglia politica conclusasi, guarda caso, con soddisfazione per entrambi i belligeranti: il governo ha evitato un voto e la Cgil ha avuto la sua bella fetta di notorietà. Le vittime però non mancano perchè sul campo restano la famiglia col bimbo piccolo e la studentessa-baby sitter, il ristorante che deve organizzare il banchetto di nozze e l'esodato che arrotonda facendo il cameriere e via di questo passo.
"Per fortuna - conclude il presidente dell'Ascom - gli imprenditori sono tosti e la parola "resa" non fa parte del loro vocabolario. Per cui chiedono come superare l'impasse e noi siamo qui apposta per cercare di offrire loro una qualche soluzione".

 

Padova 12 luglio 2017