IL REDDITO PRODOTTO A LIVELLO COMUNALE IN PROVINCIA DI PADOVA (COME DOCUMENTA IL RAPPORTO DEL SERVIZIO STUDI DELLA CAMERA DI COMMERCIO) EVIDENZIA UNA SOSTANZIALE OMOGENEITA' TRA LE DIVERSE AREE.
BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): "MERITO DEL TERZIARIO E DELLA SUA CAPILLARE DIFFUSIONE".
L'OVVIO PRIMATO DELL'AREA CENTRALE ED IL PODIO APPANNAGGIO DELL'ALTA PADOVANA, COL COMUNE DI LIMENA CHE, NEL 2015, ERA AL VERTICE
Vanno presi con le pinze perchè non esistono stime ufficiali di fonte Istat sul reddito prodotto a livello comunale.
Anzi, le "avvertenze" che accompagnano il rapporto del Servizio Studi della Camera di Commercio sul "Reddito prodotto in provincia di Padova" (valori riferiti al 2015, raccolti nell'arco di 18 mesi e licenziati all'inizio di gennaio), sottolineano espressamente che "le stime presentate vanno considerate puramente indicative e sono da valutare più in un’ ottica di individuazione della capacità potenziale di produzione del reddito del settore privato dell’economia a livello territoriale, che di una precisa definizione quantitativa delle dimensioni assolute dello stesso reddito", ma ciò nonostante rappresentano comunque valori che danno un'idea della formazione del reddito in provincia.
Si scopre così (ma più che una scoperta è una conferma di ciò che si è sempre saputo) che nell’area centrale si concentrava la quota più consistente del reddito prodotto nel 2015 nel territorio padovano: 13,9 miliardi di euro pari al 51,3% del totale.
"Si trattava - commenta il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin - di una quota importante giustificata dalla presenza di molte imprese e di infrastrutture che giocoforza hanno determinato valori più significativi rispetto al resto della provincia".
Più significativi ma non per questo tali da impedire alle altre aree di raggiungere risultati importanti. Così le due aree settentrionali presentavano un valore complessivo di 5,9 miliardi (21,7% del totale), col Cittadellese ben insediato al 2° posto con 3,1 miliardi (11,5 % del totale) ed il Camposampierese al 3° con 2,8 miliardi pari al 10,3%.
Più distanziati gli altri territori localizzati nella parte meridionale che, comunque, nel complesso, raggiungevano i 6,6 miliardi, ovvero il 24,2% del totale.
Qui è il Monselicense (con 1,8 miliardi e 6,7% del totale) a guidare il gruppo degli "over 1 miliardo" che vede, nell'ordine, il Piovese (1,4 miliardi, 5,3%), il Conselvano (1,3 miliardi per un 4,9%) e l'Estense (1,1 miliardo, pari al 4,1%).
Più contenute le performance del Montagnanese (882 milioni e 3,3%) e dell'Area Collinare (746 milioni pari al 2,8% sul totale provinciale).
"Che il quadro offerto dalle statistiche offra una panoramica alquanto complessa - continua Bertin - è testimoniato dal reddito potenziale per abitante che fissa a 26.655 euro il dato medio provinciale, con significative differenze però rispetto ai valori complessivi più sopra esposti".
Così se è sempre l'area centrale a occupare il gradino più alto del podio reddituale con 31.824 euro e Cittadellese (con 27.879) e Camposampierese (con 27.694) sono lì a fare da damigelle d'onore, è il Montagnanese (con 27.097) ad occupare la quarta piazza con un reddito sopra la media mentre sono sotto soglia media il Piovese (26.215), l'Estense (25.597) ed il Monselicense (25.229) con l'area collinare (a quota 24.356) ed il Conselvano (con 24.007) a chiudere la pattuglia con valori più contenuti.
A livello comunale, "trainate da un terziario - ricorda Bertin - che da solo copre il 70,2% del reddito totale prodotto", le indicazioni più significative dicono che il comune di Padova, con 7,8 miliardi di euro in valore assoluto, deteneva la quota maggiore (29,1%) del totale provinciale seguito da Cittadella con 733 milioni (2,7%), mentre con valori compresi tra 500 e 600 milioni circa si collocavano nell’ordine, tra il 3° e il 10° posto, Piove di Sacco, Vigonza, Abano Terme, Monselice, Albignasego, Rubano, Este e Campodarsego. Sopra i 400 milioni si piazzavano invece Selvazzano, Camposampiero e Limena, comuni che si collocavano tra l’ 11° e il 13° posto.
Però è proprio quest'ultima, vale a dire Limena, a registrare il reddito potenziale prodotto pro-capite più elevato con 51.664 euro seguita da Padova (37.416), Cittadella (36.397), Camposampiero (35.434) e Campodarsego (34.118). Entro i primi 10 posti, con valori superiori a 30 mila euro si collocavano Monselice, Piove di Sacco, Rubano, Conselve e Vò. Altri cinque comuni superavano la soglia dei 30 mila euro: Noventa Padovana. Este, Montagnana, S.Giorgio in Bosco ed Abano Terme mentre valori attorno ai 29 mila euro venivano stimati per Bagnoli di Sopra, Piombino Dese, Casale di Scodosia, Carmignano di Brenta e Veggiano.
"E' vero - conclude il presidente dell'Ascom - che le medie rischiano di scontrarsi col famoso "pollo di Trilussa" (mezzo pollo a testa di media significa spesso che uno si è mangiato il pollo intero e l'altro non ha mangiato nulla), ma è altrettanto vero che pur con le evidenti diversità da zona a zona, si è in presenza di un'omogeneità che, a nostro giudizio, deve molto proprio al valore del terziario che, per diffusione e capillarità contribuisce a distribuire la ricchezza sull'intero territorio provinciale. Questo deve farci riflettere sulla necessità di mantenere, soprattutto nel comparto del commercio, quegli equilibri che una corsa alla realizzazione di centri commerciali rischia di sconvolgere con ripercussioni di cui non sempre i nostri amministratori locali hanno l'esatta percezione".
Padova 30 gennaio 2018